rassegna stampa

Totti e Maldini, son scelte d’amore

LaPresse

Milan e Roma - dopo una stagione sotto le aspettative- decidono di ricorrere a due mostri sacri nel tentativo di rabbonire i tifosi

Redazione

Esaltate, esibite, coccolate, a volta strumentalizzate, le bandiere possono tornare utili anche per coprire magagne e svelenire i pozzi: Paolo Maldini e Francesco Totti sono troppo intelligenti per non capirlo, ma troppo innamorati di quella maglia per tirarsi indietro da un ruolo dirigenziale che è nelle loro corde, scrive Antonello Valentini su Il Messaggero. Ecco allora che due grandi società come Milan e Roma - dopo una stagione sotto le aspettative- decidono di ricorrere a due mostri sacri nel tentativo di rabbonire i tifosi e riaccendere l’entusiasmo della piazza. E con l’obiettivo, furbo e intrigante, di usare la bandiera come un velo pietoso per riscattare errori, scelte sbagliate, una gestione della squadra e dell’ambiente che anche i tifosi più accaniti fanno fatica a digerire. Ma si sa, i tifosi sono pronti al perdono, il fascino di quei colori fa premio su critiche e rancori se il vento riprendere a soffiare nella direzione giusta. In questo caso, tocca soprattutto ai due club dimostrare di aver capito la lezione e di voler strutturare una società di calcio come il calcio comanda. Molti si sono chiesti per anni cosa volesse fare da grande Paolo Maldini(una stirpe rossonera, 902 partite tra campionato e coppe), senza sapere che per il gestore del Milan, Adriano Galliani, era un’ombra scomoda e ingombrante. Protagonista e capitano, ha vinto molto con il Milan. Di fronte alla mozione gli affetti, Paolino non può tradire la sua storia e proverà a rilanciare il Milan da Direttore tecnico. Destino analogo per Francesco Totti, che per la Roma ha rinunciato negli anni a vincere con grandi club europei e ha scelto sempre di andare dove lo portava il cuore, senso unico. Adesso che per la sua squadra “l’ora è tarda”,il Signore degli Anelli in versione giallorossa dovrà rispondere a un dovere, tra rabbia e sentimento. Non può dire di no alla Roma come nuovo Direttore tecnico, ma non può dire di sì senza garanzie su ruolo e competenze. E soprattutto senza aver prima ripulito la sentina.