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rassegna stampa

Totti e l’orologio di una vita smarrito: “Vengo di persona da chi lo ritrova”

Si tratta di un valore affettivo enorme per l'ex attaccante che lo ha accompagnato in tutto il percorso da calciatore e da uomo

Redazione

Giornata da dimenticare per Francesco Totti quando ieri, guardandosi al polso destro, si è accorto non avere più il suo orologio, come riporta Gianluca Lengua su Il Messaggero.

Al di là del valore economico, quell'oggetto rappresenta per lui un ricordo che lo lega a Franco Sensi: è proprio grazie ai soldi guadagnati con il primo vero contratto da professionista firmato grazie allo storico presidente giallorosso, che è riuscito a comprarsi quel Rolex Daytona.

Era il 29 marzo del 1993 (il giorno dopo l'esordio in serie A contro il Brescia), Totti aveva 17 anni e ha scelto di investire i primi soldi guadagnati in un oggetto che sarebbe diventato nel corso degli anni una sorta di amuleto portafortuna. Un valore affettivo enorme per l'ex attaccante che lo ha accompagnato in tutto il percorso da calciatore e da uomo: con quell'orologio al polso si è sposato con la moglie Ilary Blasi e ha visto nascere i tre figli Cristian, Chanel e Isabel. 

Qualche anno fa Totti ha deciso di dargli ancora più importanza facendo inserire sul cinturino due placchette con la lettera C che simboleggiano i nomi di Cristian e Chanel e presto avrebbe fatto inserire la I di Isabel, l'ultima nata. I più attenti lo avranno sicuramente notato perché in tutte le foto fuori dal campo lo ha sempre al polso destro, mentre sul sinistro ha il bracciale che gli ha regalato la moglie con inciso il nome dei tre figli.

Ieri sul suo account Instagram ha pubblicato una storia in cui fa un appello: "Ragazzi ho perso il mio orologio a cui ero molto legato e con il quale ho condiviso tutta la mia carriera. Mi rivolgo a tutti voi nella speranza che possiate trovarlo. So che è quasi impossibile ma tentar non nuoce".

Dopo una breve descrizione, lascia anche un recapito telefonico e specifica: "Verrò io di persona a prenderlo". Una promessa che potrebbe invogliare chiunque lo avesse trovato a farsi vivo, a prescindere dalla fede calcistica.