rassegna stampa

Totti capitan mondo

Video, messaggi, telegrammi da tutti i big dello sport e dello spettacolo per il compleanno del numero 10 della Roma

Redazione

G.R.A un cavolo. Circondato da auguri, e questo è normale; circondato da auguri da tutto il mondo, e questo non è normale per chi lo ha sempre definito fenomeno da Grande Raccordo Anulare, che abbraccia Roma, solo Roma, Roma e basta.

Come scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero, video, messaggi, telegrammi, piccioni viaggiatori, tutti si sono messi in fila per ricordare amicizie, rivalità, complicità. Compagni di squadra ed ex compagni di squadra, gente del calcio e dello sport. Bolt, uno dice che c'entra con Totti? C'entra. Il cacciatore di medaglie olimpiche ha pensato bene di mandare un video/auguri «da leggenda (Usanin) a leggenda (Francesco)». E chissà se Bolt sul G.R.A c'è mai capitato. Appaiono immagini di Messi, di Maradona, di Figo, che confessa di avergli rubato «il Pallone d'Oro del 2000», di Nesta, Cannavaro, del presidente dell'Uefa Infantino, quindi Nadal, Federer, dal mondo dello spettacolo gente come Gasman, Antonacci, Britti e tantissimi altri.

E non poteva mancare Luciano Spalletti, che si è presentato con un doppio regalo: il disco di Piccolo uomo di Mia Martini per Ilary e una macchina del tempo, la DeLorean di Ritorno al futuro, per Francesco. Quel piccolo uomo, giustamente (nessuno accetterebbe una definizione del genere), non è andato giù a Lucio che si vendica usando un'ironia tutta sua. «Era solo un gioco», dirà poi Lucio.

Francesco ha ringraziato, onorato da questo affetto planetario. Anche inaspettato per certi versi. Ha utilizzato il microfono di Sky, di Roma tv, poi del suo profilo Facebook (dove ha risposto ai tifosi, non a tutti 800 mila) anche per chiarire una volta per tutte che in venticinque anni di carriera non ha mai «fatto cacciare né chiesto un allenatore».

Totti ribadisce anche che un giorno era lì lì per andare via. Detto e ridetto, ma meglio ripetere: «Dovevo finire al Real Madrid, avevo litigato con il presidente Sensi. Poi gli amici e la famiglia mi hanno fatto riflettere. Meglio Roma di Madrid». Così, per sempre.