Quando manca Dybala, la Roma perde in qualità. Succedeva prima con Mourinho e accade adesso con De Rossi come scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. Con una differenza: nel primo blocco di stagione, la qualità era solo nei piedi e nelle giocate della Joya visto che Pellegrini era praticamente inconsistente. Da due mesi, è tornato Lorenzo il magnifico, il calciatore che sa spostare di molto gli equilibri. Disegna traiettorie col pallone, vede i movimenti dei compagni in anticipo, serve assist e segna gol. Quindi, giocare senza lui e Paulo, come accaduto a Lecce, trasforma inevitabilmente la squadra. Non le dà imprevedibilità e inventiva, caratteristiche determinanti per la scalata al quarto posto. Entrambi saranno a disposizione nel derby di sabato, Paulo ha recuperato dall’infortunio muscolare e sta bene, Lorenzo ha scontato la giornata di squalifica. Non solo, perché De Rossi ritroverà anche Spinazzola che, nonostante non lo abbia quasi mai utilizzato titolare in Serie A eccetto col Sassuolo, detiene numeri di tutto rispetto. Come quello dei cross piazzati (75), il valore più alto di tutta la squadra. Il secondo è Paredes con 70. Ed è anche primo per i passaggi che portano il pallone ad almeno 10 metri dalla porta (92). Cosa significa? Che Leo ha un’ottima propulsione offensiva che se sfruttata a dovere potrebbe mettere in difficoltà la Lazio. Ha ripreso ad allenarsi da lunedì, ieri era presente a Trigoria e oggi dovrebbe aggregarsi al gruppo. A distanza di due giorni dalla partita, De Rossi valuterà se farlo giocare o meno al posto di Angeliño. C’è poi il dato dei tiri in porta, anche lì l’argentino eccelle, perché ne ha fatti 15 (non comprende i 6 rigori) ed è al secondo posto dopo Lukaku (21) che però di gol ne ha segnati 10 (con 0 rigori). La qualità, dunque, è importante quanto la forza fisica e la potenza, ed è questo che Totti voleva sottintendere quando ha parlato della Joya immedesimandosi in un dirigente: «Ho sempre pensato che sia un top player tant’è che per primo ho cercato di portarlo alla Roma. Quando in campo c’è lui, la squadra cambia volto». Ed è vero, a confermarlo anche il dato degli xG (metrica che misura la probabilità che un tiro si trasformi in un gol) in cui Paulo è primo con 8,9. Significa che oltre alle 12 reti segnate ne avrebbe potute fare altre 9.
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