rassegna stampa

Tor di Valle, vertice con rinvio. Nuovi paletti sulla proprietà

Appuntamento a novembre per l'approvazione del nuovo impianto a Tor di Valle. A far paura è "l'ecomostro" che nascerà accanto allo stadio.

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L’appuntamento che tre giorni fa l’assessore Caudo aveva definito «decisivo» per il nuovo stadio a Tor di Valle alla fine ha partorito un verdetto a metà. E, di fatto, l’ennesimo rinvio. La Supercomissione comunale - composta dai membri delle cinque commissioni Urbanistica, Ambiente, Lavori Pubblici, Mobilità e Sport - ieri si è riunita per esprimersi sulla delibera votata a settembre dalla giunta. Quella che ha dato, tra decine di paletti, il primo giudizio sull’interesse pubblico della mega operazione calcistico-immobiliare che potrebbe fruttare a Pallotta e al costruttore Parnasi fino a 800 milioni di euro.

Lo stesso Caudo, grande sponsor dell’inziativa, ieri ha voluto presenziare alla riunione prima del voto. Che però non è stato completato perchè non avevano il numero legale 3 commissioni su 5: Lavori Pubblici, Mobilità e Sport, che dovranno essere riconvocate. L’approdo in Assemblea a questo punto slitterà a novembre (e pensare che il voto inziale era previsto a fine agosto) e la presidente della Commissione Mobilità, Annamaria Cesaretti, ha già fatto sapre che servono «ulteriori approfondimenti».

I COMITATI - Al termine del voto alcuni rappresentanti del Comitato “Salviamo Tor di Valle dal cemento” hanno esposto ai consiglieri le paure sull’«Ecomostro» che nascerebbe accanto allo stadio: una colata di cemento da un milione di metri cubi criticata dalle più importanti associazioni ambientaliste e definita «eccessiva di due terzi» dai tecnici della Regione. Solo le commissioni Urbanistica e Ambiente hanno votato la delibera, ma inserendo vincoli ancora più stretti: nei sei emendamenti approvati viene specificato che le opere pubbliche dovranno essere consegnate insieme allo stadio e che se il costo delle infrastrutture fosse inferiore al previsto, Pallotta e Parnasi pagheranno la differenza al Comune. Viene anche messo nero su bianco che l’impianto sarà legato alla società AS Roma«per 30 anni» a meno che la Roma non retroceda «per illeciti sportivi». In questo caso Pallotta non sborserebbe la maxi-penale da 170 milioni. Il Pd non ha votato compatto: il vicepresidente della Commissione Urbanistica Pedetti si è rifiutato di esprimersi favorevolmente anche se, per evitare la rottura, ha optato per l’astensione.