rassegna stampa

Tor di Valle, tutte le spine dell’intesa

Marino ha spiegato che "il progetto sarà rispettoso dell’ambiente". L’associazione Italia Nostra, in prima linea per la cura del verde e del territorio, non la pensa proprio così.

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L’incontro, due ore abbondanti, si è svolto tutto in inglese. Ma la traduzione in realtà del nuovo stadio a Tor di Valle, al netto dei proclami, è un percorso ancora in salita. Il sindaco Ignazio Marino e l’assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo sono usciti dagli uffici newyorkesi del presidente della Roma, James Pallotta, «soddisfatti». Convinti di aver segnato un gol in trasferta: la newco, formata da Pallotta e dal costruttore Luca Parnasi, sborserà 50 milioni di euro per la metro B (per un investimento totale sul quadrante di 320), il milione di cubature previsto intorno allo stadio avrà una leggera limatura del 10 per cento (-102.400 metri) e in mezzo alla colata di cemento rimasta sorgerà anche il parco del Tevere. Da ultimo, la promessa ricevuta dal primo cittadino riguarda il ponte pedonale per chi arriverà allo stadio usando la linea ferroviaria FL1, Roma-Fiumicino.

Nel brindare all’accordo nella sede della Raptor, sulla Quattordicesima strada, Marino ha spiegato che «il progetto sarà rispettoso dell’ambiente con una forte cura del ferro in grado di portare allo stadio il 55% delle persone con i mezzi pubblici». L’associazione Italia Nostra, in prima linea per la cura del verde e del territorio, non la pensa proprio così. E a proposito del nodo mobilità raccoglie «l'allarme del Prefetto di Roma sulla sicurezza a rischio del progetto attuale in merito all’assicurazione ancora non garantita di avere un deflusso di un’ora e mezza degli spettatori. C’è il rischio speculazione: l’area scelta è un errore».

LO SCONTRO -  Il grosso della trattativa tra Comune e costruttori è stato sul riconoscimento delle opere «di interesse pubblico» che fanno scattare la compensazione in metri cubi da edificare nei pressi dell’impianto, come vuole la nuova legge sugli stadi.

Nel progetto iniziale Parnasi e Pallotta chiedevano, a fronte di 220 milioni di euro di investimenti puri per la città (da aggiungere ad altri 50), il via libera per la costruzione di un milione di metri cubi di volumi commerciali, turistici e legati al terziario.

La novità è che il Comune ha ritenuto che parte degli interventi proposti inizialmente «non fosse di reale interesse pubblico». E ieri, tabelle alla mano, ha riconosciuto solo 195 milioni di euro (a partire dalla metro B fino allo svincolo sulla Roma-Fiumicino). Così il monte totale di cubature è diminuito del 10 per cento: dovrebbe sparire uno dei quattro o tre grattacieli previsti. Allo stesso tempo ci saranno altre opere sul quadrante per 125 milioni, ma saranno più funzionali allo stadio che alla vita quotidiana dell’intera collettività. Un esempio? I parcheggi dell’impianto.

I TRASPORTI -  La cura del ferro, indispensabile per l’opera, passa dalla nuova stazione della Metro B con la costruzione del tratto Magliana-Tor di Valle. Secondo l’intesa sarà a carico dei costruttori con un’aggiunta di cinquanta milioni di euro. «Una cifra insufficiente: ne servono almeno 150», fanno sapere dalla Commissione Trasporti e Ambiente del Campidoglio. Per venerdì prossimo in Comune aspettano il piano di fattibilità delle nuove integrazioni, ma nel Pd c’è già chi chiede «una commissione straordinaria» per valutare i nuovi interventi.

LE DATE -  Il presidente della Roma Pallotta, insieme al progettista Dan Meis, nel plaudere al ”patto di New York” ha annunciato: «Voglio che lo stadio sia pronto entro il 2016 e sono disposto anche a portare Totti in spalla pur di farlo andare in campo». Molto più cauta la posizione del Comune in merito alle chiavi in mano dello stadio. Dal Campidoglio dicono che «sarà impossibile entrarvi prima del 2017», quindi quando il campionato sarà bello che iniziato. Insomma, mancano due anni e mezzo per una partita che deve ancora iniziare.