Stefano Esposito, assessore ai Trasporti di Roma Capitale, sul nuovo stadio a Tor di Valle ha più di un dubbio. Come riporta oggi Il Messaggero suo match (dialettico) con il collega di giunta Giovanni Caudo, con delega all’Urbanistica, sembra solo cominciato. E l'oggetto del contendersi è il progetto dello Stadio della Roma a Tor di Valle.
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«Tor di Valle, troppi handicap il progetto non è una priorità»
"Abbiamo un sacco di problemi da affrontare prima dello stadio. Quando arriverà il momento di parlare del progetto Tor di Valle ne discuteremo, affrontando anche l’aspetto trasportistico"
Perché per il titolare della Mobilità non solo «le priorità di Roma sono altre», ma soprattutto altri sono i problemi che riguardano lo stadio e il mega-complesso di negozi, uffici e alberghi che Pallotta e il costruttore Parnasi vorrebbero edificarci attorno. Mentre Caudo l’altro ieri si è concentrato solo sulle corse della Roma-Lido che servirebbero per raggiungere l’impianto sportivo, per Esposito le criticità vanno cercate altrove. E non sono poche.
«Io mi chiedo questo: ma il problema dello stadio della Roma è quante corse ci sono e quale mezzo lo collegherà? Non ci sono problemi urbanistici, non c’è la Procura della Repubblica che ha messo sotto la lente il progetto?» dice Esposito.
«Vi risulta che esista un provvedimento per autorizzare lo stadio della Roma?».
In teoria c’è una delibera che a dicembre ha dichiarato l’interesse pubblico, in via preliminare...
«Ma l’iter di quel percorso si è concluso? Abbiamo un sacco di problemi da affrontare prima dello stadio. Quando arriverà il momento di parlare del progetto Tor di Valle ne discuteremo, affrontando anche l’aspetto trasportistico. Ma non mi sembra che siamo di fronte all’impellente necessità di autorizzarne la costruzione. Spero che il progetto venga autorizzato naturalmente. Ma non mi risulta che l’iter sia completato e soprattutto che manchino solo i trasporti. Io mi devo occupare di altro: tra due mesi c’è il Giubileo, c’è un’azienda come l’Atac che non approva il bilancio. Ci sono i treni rotti. Ma di che stiamo parlando?».
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