rassegna stampa

Tor di Valle, M5S azzera il progetto. Pronta la delibera: «Tutto da rifare»

In arrivo il ritiro dell’atto sulla pubblica utilità di Marino. Nuovo documento per chiedere un taglio netto di cubature

Redazione

In Comune si fa sempre più forte l'idea di ritirare la delibera sulla pubblica utilità dello stadio di Tor di Valle. A quel punto l'iter sarebbe tutto da rifare. «Lunedì - spiegano fonti parlamentari del M5S - potrebbe esserci il colpo di scena: il ritiro dell'atto». L'indiscrezione non è confermata ma se martedì sembrava vicino l'accordo tra la Raggi e i proponenti ora il vento è cambiato. E in Campidoglio ci si prepara al colpo di scena. L'obiettivo è annullare la delibera 132, varata dell'amministrazione Marino a dicembre del 2014, ed esigere dai proponenti la presentazione di un nuovo progetto, che tagli drasticamente le cubature per ricondurle dentro al Piano regolatore. A questo scopo si sono susseguite tre differenti richieste all'Avvocatura del Comune per capire se in caso di annullamento della delibera davvero i consiglieri comunali rischierebbero di dovere pagare il danno economico a Eurnova e Parsitalia e proprio il terzo parere rassicurerebbe la maggioranza M5S. Dunque, l'exit strategy è pronta: annullamento della delibera e nuova proposta ai proponenti in cui si chiederà un taglio netto alle cubature. Perché sono tre i pareri? La prima richiesta aveva messo in guardia i 5stelle sul possibile risarcimento. E una sera prima delle sue dimissioni, il 13 febbraio, Berdini aveva inviato una seconda richiesta all'Avvocatura del Comune in cui puntava il dito sul fatto che la legge sugli stadi richiede che sia formalizzato il fatto che l'impianto è destinato a una società sportiva e questo elemento, secondo l'ex assessore, andava chiarito. Le dimissioni dell'ex assessore, però, hanno fatto sì che l'Avvocatura non rispondesse a questa richiesta. La terza parte di questa storia è la Raggi che capisce di poter perdere la fiducia della maggioranza e chiede quindi all'Avvocatura di capire quali siano le possibili conseguenze in caso di annullamento della delibera su Tor di Valle, quella che oggi è oggetto delle valutazioni della conferenza dei servizi in Regione e che dovrà chiudersi entro il 3 marzo. Per lunedì è attesa la revoca della delibera. La Raggi lavora per il ritiro tenendo aperto un canale con la Roma e i costruttori per arrivare ad un intesa con un nuovo progetto. Ovviamente, i tempi si allungano. Finora sono già passati più di due anni. Ma a spingere sul ritiro della delibera c'è anche il parere consegnato l'altro giorno dal gruppo consiliare regionale del Movimento 5 Stelle, con la consulenza dello studio Imposimato, presidente onorario della Corte di Cassazione, uno di quelli che compare nel pantheon di M5S. Questo parere è perentorio: non si può variare la classificazione dell'area da r4 a r3 (quella sul rischio idrogeologico) fino a quando non saranno state realizzate le opere di messa in sicurezza; la modifica del progetto non può essere fatta all'interno dello stesso progetto e della stessa conferenza dei servizi e le opere concesse ai privati devono essere funzionali alla fruibilità dell'impianto. Ragionamenti che stanno spingendo il Campidoglio ad accarezzare il tasto «reset».

(S. Canettieri/M. Evangelisti)