Dietro alla vendita dell’area di Tor di Valle destinata al nuovo stadio della Roma si cela una bancarotta fraudolenta di 15 milioni euro, scrive Adelaide Pierucci su Il Messaggero.
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Tor di Valle, il pm: “Bancarotta fraudolenta dietro la vendita”
La procura ha concluso le indagini a carico dell’ex patron dei terreni Gaetano Papalia, amministratore delegato della Sais (la società che gestiva l’area dell’allora ippodromo), e di Michele Saggese, presidente del cda della stessa
E’ con questa accusa che la procura ha concluso le indagini a carico dell’ex patron dei terreni Gaetano Papalia, amministratore delegato della Sais (la società che gestiva l’area dell’allora ippodromo), e di Michele Saggese, presidente del cda della stessa.
Secondo la ricostruzione del pm Mario Dovinola e dell’aggiunto Rodolfo Maria Sabelli, Papalia, poi col contributo di Saggese, avrebbe "cagionato il dissesto con operazioni dolose consistite nell’omettere sistematicamente il pagamento di imposte comunali ed Irpef, Iva, accumulando un debito ingente".
Operazioni che portavano al fallimento della società su ricorso di Equitalia per un debito di 24 milioni di euro. Nell’imputazione i magistrati hanno precisato "che di questa somma", ossia dei 24 milioni, "15 milioni e 200.000 euro rappresentano le imposte originate nella vendita del terreno di «Tor di Valle alla Euronova (di Luca Parnasi) avvenuta prima della dichiarazione di fallimento".
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