Un piano trasporti falsato da stime "non realistiche"; il traffico che anziché migliorare, con lo stadio e l'"Ecomostro" di negozi e uffici, rischia di impazzire definitivamente, come scrive Lorenzo De Cicco su Il Messaggero. Sessantuno pagine di prescrizioni mettono a dura prova il fragilissimo "sì" conquistato in Conferenza dei servizi dal progetto Tor di Valle. Ai privati è imposta fin da subito una condizione: tutte le infrastrutture pubbliche dovranno essere costruite "prima o almeno contestualmente" alle opere private, a partire da strade e svincoli.
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Tor di Valle, i diktat dei tecnici: “Strade e trasporti insufficienti”
La Regione trasmette tutte le prescrizioni al progetto stadio: "Prima le opere pubbliche". Nodo Roma-Lido: "Così il potenziamento non è realistico, il Comune paghi più bus"
Per l'ex Provincia poi è "una condizione imprescindibile per la sussistenza del parere favorevole, la definizione del potenziamento del trasporto pubblico. Ove non sia assicurata il presente parere sarà da intendersi di motivato dissenso". Cioè da positivo diventerebbe negativo.
Il piano traffico potrebbe essere totalmente rivisto. La Città metropolitana ha chiesto in un tratto dell'Ostiense-Via del Mare unificata almeno "sei varchi spartitraffico" tra le varie corsie.
Il problema principale è il piano trasporti. Secondo il Campidoglio il 50% degli spettatori (quasi 30mila persone) deve arrivare con i mezzi pubblici, quasi tutti sulla Roma-Lido. Ma i tecnici scrivono che risulta "non realistica" l'indicazione di arrivare "a una capacità della Roma Lido di 20mila viaggiatori per ora per direzione su tutta la tratta".
I tecnici hanno ribadito che è fondamentale che nell'area ci siano due ponti, anche quello di Traiano che al momento non ha finanziamenti (avrebbe dovuto essere pagato dai privati, ma alla fine dovrebbe finanziarlo lo Stato, così almeno è stato promesso dal governo).
Altre prescrizioni: i parcheggi sono insufficienti; il Ministero dei Beni culturali ha chiesto di ricostruire in parte le tribune dell'ex ippodromo «non lontano dalla sua originaria posizione» e che siano funzionanti; le aree a servizio dei tifosi ospiti e di casa non rispettano le norme anti incendio e vanno riprogettate.
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