A seguito del primo sfregio subito dalla lapide messa a Tor di Quinto nel punto in cui fu ferito Ciro Esposito quando era stata tinta di rosso color sangue per rendere illeggibili le parole in memoria della vittima, ora è sparita, volatilizzata. Come riporta "Il Corriere della Sera" ieri mattina una squadra dell'Ama, accompagnata da una pattuglia dei vigili urbani, era andata sul posto per rimuovere la vernice ma non ha trovato più nulla. L'ipotesi più accreditata è che la lastra di marmo, in un altro rigurgito di follia ultrà, sia stata portata via per ferire ulteriormente la famiglia del giovane partenopeo e perpetrare l'odio calcistico tra Roma e Napoli.
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Tor di Quinto, ultimo oltraggio rubata la targa di Ciro Esposito
Alcune ipotesi parlano di un gesto di sfida in risposta alle parole del padre del ragazzo su Facebook dopo l'atto vandalico. Ma non è da escludere che la sparizione della lapide sia legata all'accoltellamento del tifoso della Roma di qualche...
La lapide era stata messa a marzo da uno sconosciuto. Una semplice parola, Ciro, e poi la storia di un ragazzo che non c'è più. La stele era stata montata su un palo stradale di fronte al luogo del delitto e qualcuno aveva anche aggiunto una poesia scritta su un foglio di carta. Tutto inutile, quando ci sono di mezzo le ruggini e le follie del calcio.
Alcune ipotesi parlano di un gesto di sfida in risposta alle parole del padre del ragazzo che su Facebook dopo l'atto vandalico aveva scritto: «Come non spegni il sole sparandomi non togli ciò che è scritto con la pittura». Ma non è da escludere che la sparizione della lapide sia legata anche a un altro fatto. Sabato pomeriggio un tifoso giallorosso di diciannove anni è stato accoltellato a Napoli, in pieno centro, perché aveva un tatuaggio della Roma sulla spalla. Ferito a un polpaccio, ne avrà per quindici giorni. L'episodio potrebbe aver spinto qualcuno nel mondo degli ultrà romanisti a vendicare l'onta rimuovendo la targa per Ciro Esposito. I rapporti tra le tifoserie del Napoli e della Roma sono sempre più avvelenati e quello che un tempo era il Derby del Sole è oggi una partita ad altissimo rischio per l'ordine pubblico.
«Gesti di questo tipo fanno male a tutta la città - dice Daniele Torquati, presidente del municipio di zona di Tor di Quinto - Il rispetto per le persone decedute dovrebbe essere sacro. Cercheremo di capire di più sulla vicenda e vedremo se c'è un modo per rimediare».
(Luca Lippera)
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