Il riflesso è automatico: toh, la fatal Verona, come per il Milan nel 1973, è qui che vanno a morire le idee-scudetto. Anzi no. «Non penso che la Roma abbia perso lo scudetto qui. Se la vedrà fino alla fine con la Juventus. Ci sono 9 punti di distacco, ma ancora 14 partite da giocare, compreso lo scontro diretto. Certo, per vincere deve sempre giocare bene, altrimenti fatica, mentre la Juve vince anche quando gioca così e così». E dunque: this is not the end, beatiful friend. Lo dice Luca Toni, anzi Lucatoni, tutto attaccato, 37 anni e la corsa di un ragazzino. Era il grande ex di giornata - lo scudetto sfiorato coi giallorossi nel 2010 è "il rimpianto più grande della mia carriera" - voleva disperatamente aiutare il suo Verona e ha fatto quel che sa fare meglio: addossarsi il peso dell'attacco. «Vogliamo salvarci e stavolta è stata una grande prova di carattere e tattica, penso ai continui raddoppi sui loro esterni». È stata una giornata romantica, per Toni. Prima del fischio d'inizio, gli abbracci a Francesco Totti e i siparietti con Daniele De Rossi. Erano tutt'e due a guardare il cielo di Berlino, insieme a Luca, quella magica notte del 2006. E Toni, qualche ora prima della partita, aveva distribuito carezze: «Totti è un campione. Sia alla Roma che in Nazionale, con lui, andai alla grande». Poi, in campo, le carezze sono svanite, puff.
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Toni: «Lo scudetto non l’hanno perso qui a Verona»
"Ci sono 9 punti di distacco, ma ancora 14 partite da giocare, compreso lo scontro diretto. Certo, per vincere deve sempre giocare bene, altrimenti fatica, mentre la Juve vince anche quando gioca così e così"
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