“Tutti stanno meglio in rosso e giallo. Benvenuto alla Roma Paulo Dybala!”. Se anche il Friedkin Group, sempre molto formale nei comunicati, scrive Stefano Carina su Il Messaggero, si lascia andare ad un commento di spirito, vuol dire soltanto una cosa: ora a Roma gli Special sono due. Uno in panchina, l’altro in campo.
Il Messaggero
Tanta Joya
Da ieri all’ora di pranzo, l’argentino è ufficialmente un calciatore della Roma. Non che ci fossero dubbi, nonostante la firma e l’annuncio siano slittati di un giorno. Ci sono volute 36 ore di lavoro per mettere apposto ogni dettaglio di un contratto lungo 28 pagine.
Da un lato il segretario generale Lombardo con il general manager Pinto, dall’altro l’agente Antun, il responsabile che cura il marketing di Paulo, Novel, senza dimenticare forse l’uomo più influente in questo tour de force: l’avvocato Ferrari che ha curato tutta la parte legale dell’intesa.
La nota diffusa della Roma parla di un accordo che lega le parti sino al 2025. In realtà c’è anche un’opzione per la stagione successiva e una clausola rescissoria pari a 20 milioni, esercitabile entro un arco temporale mensile. Paulo ne possiede una percentuale che incasserebbe nel caso un club il prossimo anno dovesse pensare a lui. La Roma, però, pareggiando l’importo (da versare al calciatore) potrebbe rilanciare e risolvere la questione a proprio favore, previo il sì di Dybala.
Anche l’ingaggio non è menzionato ma l’ex juventino guadagnerà 6 milioni, con una parte fissa di 4,5 più 1,5 di bonus (legati alle presenze, agli assist, alle reti e ai rigori). Proprio la postilla sui penalty, lascia intendere che Abraham e Pellegrini dovranno presumibilmente dividersi i tiri dal dischetto con la Joya.
La felicità di Paulo però non ha prezzo: “Sono molto contento di essere qui, felice di poter iniziare dopo una lunga attesa. Avevo voglia di conoscere i compagni, l’allenatore e chi lavora per la Roma“, le sue prime parole al canale del club.
È stata una trattativa strana che l’argentino riassume così: "A convincermi sono stati tanti aspetti. A partire dalle chiamate del mister e del direttore, aver potuto parlare col presidente. Mi hanno dato certezze. Poi giocare per questa squadra e per cosa rappresenta nel paese e nel mondo, ha fatto il resto".
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