rassegna stampa

Tagliavento: “Smetto, ma arbitrare mi ha reso uomo. Io della Roma? Mi davano anche del laziale”

L'arbitro: "L'abbraccio di De Rossi? Dopo 15 anni e 221 gare dirette, con tanti calciatori si è instaurato un rapporto di reciproca stima"

Redazione

Paolo Tagliavento dallo scorso 13 maggio è un ex arbitro. Il direttore di gara di Terni si racconta a Roberto Avantaggiato per Il Messaggero.

Cosa si prova a sentirsi un ex?

"Non lo so, perché ancora non ho realizzato. Questo, per noi, è solitamente il periodo delle vacanze. Me ne renderò conto solo a luglio".

L'abbraccio di Daniele De Rossi, immortalato dalle telecamere, però è stato inusuale

"Ma non è stato il solo che ho ricevuto. D'altronde, dopo 15 anni e 221 gare dirette, con tanti calciatori si è instaurato un rapporto di reciproca stima".

Avrebbe potuto raccogliere qualche soddisfazione in più?

"Ho fatto quello che ho meritato di fare. Mi sarebbe piaciuto dirigere una finale mondiale o di coppa europea, ma se qualcuno è andato più avanti di me, vuol dire che era più bravo".

Lei, Rizzoli e Rocchi avete guidato la squadra del rilancio arbitrale dopo Calciopoli

"Quello è stato un periodo tremendo. Personalmente ho vissuto giorni terribili, che per fortuna sono durati poco".

Nel conto finale, ha dato o ricevuto di più?

"Ho ricevuto tanto, perché l'uomo che sono oggi lo devo al fatto di aver scelto di fare l'arbitro a 17 anni".

L'arbitraggio come scuola di vita?

"Esatto. Quando scegli questo percorso, impari a prendere da solo decisioni già all'età di 15-17 anni: è così che impari a crescere prima. Lo dico sempre nelle scuole dove sono invitato".

E le manette di Mou in Inter-Sampdoria le diedero fastidio?

"Solo per un attimo, perché poi tutti i commenti mediatici e quelli del mio organo tecnico conclusero che avevo diretto molto bene".

Lei era in campo, sempre a San Siro, anche nel famoso gol-non gol di Muntari

"Sì, quello è stato il mio errore più evidente. Che oggi si sarebbe evitato in un decimo di secondo".

Qual è il derby più difficile da arbitrare?

"Ogni sfida cittadina ha le sue difficoltà. Ma per caratteristiche direi che quello di Roma e di Genova non sono niente male".

Derby di Roma, un rapporto che non è mai stato facile?

"E' vero, perché quando perdeva la Roma ero laziale e quando perdeva la Lazio ero romanista. È normale che nella carriera di ogni arbitro ci siano score diversi con ogni squadra, ma sono semplici dati per le statistiche".