Forte dell'1 a 1 ottenuto al Dragao di Oporto, la Roma ha sottovalutato l'avversario. Nessuno si sarebbe mai aspettato un approccio al match simile da parte dei portoghesi. Questione di esperienza in una competizione complicata come la Champions League. E' mancata quest'ultima componente alla Roma: l'esperienza. Il gol del vantaggio portoghese, che porta la firma di Felipe, ha affondato la squadra giallorossa che per reagire si è dovuta trovare in 9. Sì perchè Spalletti ha affidato le chiavi della sua difesa a De Rossi, e quest'ultimo le ha riconsegnate al 40', quando a seguito del brutto fallo commesso ai danni di Maxi Pereira ha dovuto abbandonare il campo anticipatamente. Poi, sulla scia del nervosismo anche per Palmieri stesso destino. Infatti secondo quanto si evince dall'analisi del match de "Il Messaggero", la Roma ha perso il match prima di tutto da un punto di vista mentale: sin dal primo approccio, i giallorossi sono sembrati bloccati e sulle gambe. Tutto più facile per Espirito Santo che, dopo il gol del primo vantaggio, si è coperto con un 4-1-4-1 aspettando la Roma nella propria metà campo per poi colpirla in ripartenza. Termina così, prima d'iniziare, l'esperienza in Champions della Roma che ora dovrà fare i conti, con il Fair Play finanziario senza il sostegno dei bonus Champions, e con l'Europa League. L'unica nota positiva della serata è il ritorno dei 40mila allo stadio Olimpico che non hanno mai smesso di sostenere i giallorossi.
rassegna stampa
Suicidio Roma, addio Champions
Felipe da il via ai portoghesi, De Rossi e Palmieri complicano la rimonta: 0-3 per il Porto e giallorossi in Europa League
(U. Trani)
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