rassegna stampa

Strootman: “Roma sono qui per vincere”

(Il Messaggero – A.Angeloni) Cominciamo dalla fine. Da una maglia bandiera, la 6, che Aldair ha indossato per tredici anni e che poi la Roma dei Sensi ha deciso di ritirare nel giugno del 2003.

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(Il Messaggero - A.Angeloni)Cominciamo dalla fine. Da una maglia bandiera, la 6, che Aldair ha indossato per tredici anni e che poi la Roma dei Sensi ha deciso di ritirare nel giugno del 2003. Da un po’ di tempo il club, cioè l’attuale proprietà, aveva pensato di “controritirarla” e di rimetterla a disposizione, magari sfruttando l’arrivo di un top player o comunque di uno per cui ne valesse la pena. Detto, fatto. Ecco Kevin Strootman, ed ecco infatti rispolevarata la 6 e consegnata proprio all’olandese sul finale di presentazione, quasi come un colpo di teatro. Ma in realtà era il segreto di Pulcinella. Kevin, come prima scelta, aveva chiesto la 8, che però è sulle spalle di Lamela; in alternativa, proprio la 6. La Roma ha accelerato la pratica, ha contattato Aldair, che ha dato il suo consenso. «Sono felice di indossare la casacca di un grande campione, mi auguro di onorarla per tanti anni come ha fatto lui», firmato Kevin Strootman. Chiuso il cerchio. Sdoganata la 6, le maglie non verranno più ritirate. Tornando a Strootman. Il Ceo Zanzi lo ha accolto così: «Kevin è un leader, un giocatore completo. Noi vogliamo vincere, è un grande giorno per la Roma».

Kevin, poteva ambire a un top club, come mai ha scelto la squadra giallorossa?

«Perché la Roma è un grande club. Ho parlato con il tecnico, mi ha trasferito le sue idee e mi sono subito piaciute. Alla fine è stata una decisione facile».

In che ruolo si sente più a suo agio?

«Mi adatto facilmente in quasiasi posizione del centrocampo. So fare la difensiva e quella offensiva. Deciderà Garcia. Nel Psv ho ricoperto vari ruoli in tanti moduli, qui non sarà diverso».

Con De Rossi ha parlato?

«No. Ma per me sarà un onore stare al suo fianco. Daniele è cresciuto in questo club, so cosa rappresenta. Spero resti. Con l’allenatore cercheremo il sistema migliore per coesistere».

Dove arriverà la Roma?

«L'obiettivo è vincere, pur sapendo che le cose non sono sono andate bene ultimamente».

È giovane ed è stato pagato tanto: questo potrebbe costituire un motivo di pressione in più?

«La cifra pagata è alta, me ne rendo conto. Però non deve incidere e non inciderà sulle mie prestazioni. Sono contento di essere qui e basta. Il mio obiettivo ora è imparare in fretta l’italiano, ambientarmi, il resto verrà da sé».

La Roma che sta nascendo è in grado di vincere subito?

«Sono qui per questo. In Italia ci sono molte grandi squadre, uno stimolo extra verrà dal nuovo tecnico, anche lui vorrà fare bene».

Senza coppe è un problema?

«Lo sapevo prima di accettare l’offerta della Roma, non è una sorpesa. Questo può essere anche un vantaggio. La Serie A offre tante partite di livello: il salto fatto dalla Eredivisie è ampio ma stimolante, ma sarà già bello affrontare squadre come Napoli, Inter, Milan e Juve».

Stekelenburg le ha parlato delle pressioni romane?

«Mi ha detto del tifo appassionato. Dove c'è meno pressione ci sono meno stimoli, però».

La dimostrazione lampante: l’accoglienza a Fiumicino.

«In Olanda non siamo abituati a questi bagni di folla: mai mi sarei aspettato un'atmosfera così calorosa. Ai tifosi prometto di dare il cento per cento».

La Roma giocherà in modo attraente o si atterrà allo stereotipo italiano basato sulla difesa?

«Garcia farà un calcio d'attacco ma con un'ottima organizzazione difensiva, come aveva già fatto al Lille. Le due ultime stagioni non sono state buone, la società mi ha assicurato che costruirà una squadra di livello».

Lei si sente un top player?

«Sono giovane, ho voglia di crescere, diciamo che studio per diventarlo. Sono sicuro di potercela fare. Non per niente ho firmato un contratto lungo con la Roma e spero di togliermi qui molte soddisfazioni».