Da giorni in Campidoglio quando si chiede dell'operazione Tor di Valle le uniche parole che trapelano non sono affatto positive. Parole molto diverse dall'hashtag sullo #StadioFattoBene propagandato fino agli arresti per corruzione dell'anno scorso. Difatti la bozza di variante che dovrebbe concedere ai privati centinaia di migliaia di cubature in più rispetto al Piano regolatore sembra finita su un binario morto. Gli incontri coi proponenti al dipartimento Urbanistica sono fermi. Il motivo è semplice: "Non c'è intesa sulla convenzione", raccontano i tecnici. Insomma, resta la distanza più che marcata tra i due fronti: il Campidoglio da una parte, dall'altra l'As Roma e la Eurnova.
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Stadio, variante sul binario morto: non c’è accordo sulle opere
I privati spingono per il via libera ma in Comune restano cauti e fanno sapere che tutte le condizioni dovranno essere rispettate
Il nodo cruciale è uno solo: i privati vorrebbero aprire lo stadio e il maxi-centro di negozi, uffici e alberghi anche se non saranno pronte tutte le opere pubbliche promesse. I tecnici del Comune invece ribadiscono quanto scritto nella delibera sul «pubblico interesse» dello stadio. E cioè che il primo match dovrà essere «contestuale» alla realizzazione di tutti gli impegni presi su mobilità, strade e opere varie. Come riporta Il Messaggero, quindi la ferrovia Roma-Lido dovrebbe viaggiare al ritmo di un treno ogni 3 minuti e mezzo e l'Ostiense-Via del Mare va unificata per ridurre i disagi del traffico. Virginia Raggi, soprattutto ora con Pallotta debole per le contestazioni dei tifosi, ha fatto capire che non manderà il progetto avanti se tutte le condizioni non saranno rispettate. Anche perché i suoi consiglieri una variante morbida non la voterebbero. Ammesso che si arrivi a un voto.
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