Pareri favorevoli, ma con tante prescrizioni, anche discordanti se non opposte tra loro. I tecnici della conferenza dei servizi sul progetto del nuovo stadio della Roma di Tor di Valle hanno lavorato fino a tarda notte, ieri, per districarsi nel ginepraio di documenti pervenuti. Tanto che la riunione di oggi potrebbe non chiudersi con una fumata bianca, ma aggiornarsi a una prossimaseduta: non sarà facile dirimere le contraddizioni tra le diverse prescrizioni arrivando ad una quadra unitaria. Alcune istituzioni, peraltro, hanno consegnato soltanto parte del proprio parere entro il termine delle 24 di mercoledì scorso, integrando poi nelle ore successive.
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“Stadio, sì con prescrizioni”, ma troppi pareri discordanti
La riunione di oggi potrebbe non chiudersi con una fumata bianca, ma aggiornarsi a una prossima seduta
Soltanto il parere del Campidoglio contiene circa trecento pagine di osservazioni e prescrizioni (soprattutto sulla mobilità, vero nodo del progetto), che dovranno essere esaminate scrupolosamente dalla conferenza dei servizi. Oggi sarà presentato anche il parere unico della Città metropolitana, che sarà rappresentata dal vice sindaco Fabio Fucci (primo cittadino M5S di Pomezia).
In alcuni casi i pareri delle diverse istituzioni sono in contraddizione: è il caso degli argini del Tevere nell’area di Tor di Valle, considerata a rischio idrogeologico. Qui l’Autorità di Bacino del distretto idrografico dell’Appennino centrale (che ha ereditato le competenze sul principale fiume romano) ha prescritto un deciso innalzamento delle barriere laterali anti-esondazione, ma il ministero dei Beni culturali è di avviso opposto: alzare gli argini contrasterebbe con il contesto ambientale e paesaggistico. Insomma, un ginepraio. D’altronde il progetto di Tor di Valle a inizio 2017 è stato rivoluzionato da un accordo tra proponenti e amministrazione pentastellata all’insegna della riduzione delle cubature, ma anche delle necessarie infrastrutture. Tra i diversi nodi da sciogliere c’è quello del Ponte di Traiano. Nel nuovo progetto è scomparso: rimane solo il Ponte dei Congressi, quello pagato con i soldi pubblici e con un iter di approvazione ancora incertissimo.
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