rassegna stampa

Stadio, nuovo “no” al progetto. Altra frenata del Campidoglio

Roma Capitale esprime il suo "dissenso". Ora l’iter potrebbe ricominciare da capo. Trasporti, ambiente, parking e sicurezza, il progetto rivisto rischia già la bocciatura

Redazione

Attraverso una lettera, elaborata dal Dipartimento Urbanistica, che ieri è stata consegnata alla Regione Lazio in attesa della conferenza dei servizi del prossimo 5 aprile, i tecnici del Campidoglio esprimono, per la seconda volta in meno di due mesi, il loro "no" all’operazione calcistico immobiliare legata al nuovo stadio della Roma.

Il documento, come riporta Lorenzo De Cicco su Il Messaggero, mette in luce un corto circuito, di fatto, tra gli organi politici che governano Palazzo Senatorio e gli uffici amministrativi. Che, a un mese dall’accordo tra la giunta M5S e i proponenti, continuano ad avere dubbi sulla sostenibilità di un’operazione già bocciata dall’Istituto nazionale di Urbanistica e finita nel mirino di tutte le principali organizzazioni ambientaliste del Paese.

Il 23 marzo, i privati hanno spedito ai tecnici dell’Urbanistica una serie di integrazioni "per superare le criticità indicate nel parere", si legge nel documento inviato ieri in Regione. Ma anche dopo avere ricevuto questi chiarimenti dalla Eurnova di Parnasi, scrive il rappresentante di Roma Capitale nell’atto, "non si possono ritenere completamente soddisfatte le condizioni per superare il dissenso di cui al Parere unico di Roma Capitale". Ecco perché il prossimo 5 aprile la Conferenza dei servizi potrebbe chiudersi definitivamente con una bocciatura del progetto e l’iter a quel punto, per far sopravvivere l’operazione, dovrebbe ricominciare da capo. Con una nuova conferenza. Appena si è diffusa la notizia di una nuova bocciatura amministrativa, sia dal M5S che dai proponenti, informalmente, viene fatto trapelare che si tratta di un parere riferito «al vecchio progetto» e che non verrebbe toccato, di conseguenza, l’accordo del 24 febbraio.

In realtà anche nella maggioranza pentastellata c’è chi è convinto che il secondo «no» dei tecnici dell’Urbanistica (che contiene le considerazioni espresse anche dai funzionari della Mobilità, dell’Ambiente, dello Sviluppo economico e dei Lavori pubblici) getti più di un’ombra sulla versione-bis del progetto Tor di Valle. Soprattutto sul fronte delle infrastrutture.