Sullo stadio si andrà ai voti, ogni consigliere di maggioranza esprimerà la volontà o meno di andare avanti, scrive Stefania Piras su Il Messaggero.
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Stadio, la maggioranza prende tempo. E per l’Avvocatura non c’è rischio penali
"Faremo altre riunioni perché dobbiamo riflettere a 360 gradi", spiegano i consiglieri
Il gruppo M5S si sta orientando verso lo stop al progetto. Ma come? I consiglieri vogliono approdare alla scelta consapevoli di tutti i rischi e le opportunità. Il rischio delle penali milionarie da pagare se si ferma il progetto è un'ipotesi che non esiste finché non si firma un contratto, ovvero la convenzione che dà il via ai cantieri.
Dopo aver sentito i legali, i consiglieri prenderanno una decisione politica. Ma si tende a prendere tempo, più che altro. "Faremo altre riunioni perché dobbiamo riflettere a 360 gradi", spiegano i consiglieri.
Mancano ancora due atti amministrativi di fondamentale importanza: la variante urbanistica e la convenzione, che è il vero contratto da stipulare e che sancisce il matrimonio tra Campidoglio e i privati.
Insomma se non c'è un atto che avvia davvero il progetto, e al momento ci sono un paio di delibere capitoline e basta, il rischio penali è piuttosto remoto.
Il presidente della commissione Mobilità del IX Municipio Giulio Corrente la spiega così: "Il matrimonio tra noi e lo stadio non è stato ancora sancito, siamo a una fase di corteggiamento, di conoscenza reciproca ma il prete non ci ha ancora chiesto cosa vogliamo fare - racconta - E poi se c'è un matrimonio, esiste anche il divorzio no? Costano tanto entrambe ma noi dobbiamo pensare al bene del territorio. Quello sullo stadio è un voto di coscienza dopo tutto quello che è successo: c'è gente finita in galera, la Procura che per due volte ha indagato sul progetto. Il percorso è molto accidentato".
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