Il Campidoglio fa sapere a 46 soggetti tra imprese, demanio statale e privati cittadini, di voler espropriare terreni e proprietà per mandare avanti il progetto Tor di Valle. Intanto sul cammino del progetto dello stadio della Roma, come scrive Lrenzo De Cicco su IlMessaggero, c'è il nodo dei fondi per i trasporti, ampiamente insufficienti per far arrivare metà dei tifosi all'impianto sportivo con i mezzi pubblici, come ha prescritto il Comune; oltre al caos dei nuovi ponti da costruire, quello di Traiano e quello dei Congressi, per evitare che questa zona di Roma, già iper-congestionata sul versante traffico, vada definitivamente in tilt.
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Stadio, il via libera non c’è ma partono gli espropri
La conferenza dei servizi su Tor di Valle bloccata per il caos dei ponti e della viabilità
Sono nodi che dovrà sciogliere la conferenza dei servizi, che però ancora non è stata riconvocata. Il Dipartimento Urbanistica del Campidoglio nel frattempo ha deciso di avviare la procedura per gli espropri. Si tratta di terreni da confiscare per costruire le opere di "pubblica utilità interessate dalla realizzazione del Progetto Nuovo Stadio in località Tor di Valle", si legge nell'avviso del Comune.
Nell'elenco dei terreni da confiscare c'è un po' di tutto: aree del Demanio statale, dell'Anas, di società private e di semplici cittadini, come gli eredi dell'ex presidente giallorosso Francesco Marini-Dettina, numero uno della Roma dal 1962 al 1965.
C'è chi valuta il ricorso, considerato che la procedura di esproprio è stata avviata quando il progetto non è ancora stato approvato, e chi invece si è già mosso con un'azione legale.
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