Fondi privati insufficienti per far marciare a dovere la malandata Roma-Lido; previsioni sulla mobilità che rischiano di falsare i flussi di traffico; il balletto sui ponti da costruire per evitare che l’area di Tor di Valle vada in tilt. Sono questi i tre nodi da sciogliere nella conferenza dei servizi convocata per approvare o bocciare il nuovo stadio della Roma, come scrive Lorenzo De Cicco su Il Messaggero.
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Stadio, i dubbi dei tecnici su traffico e Roma-Lido
La giunta Raggi ha scritto nella delibera sul pubblico interesse che metà dei tifosi dovranno arrivare allo stadio con i mezzi pubblici
Gli ostacoli sono tanti e superarli non sarà facile. A partire dal capitolo trasporti. La giunta Raggi, così come quella di Marino, ha scritto nella delibera sul pubblico interesse che metà dei tifosi dovranno arrivare allo stadio con i mezzi pubblici. Ma senza la metro B (cancellata) e con appena 45 milioni per la mobilità è impossibile pensare che la malconcia ferrovia Roma-Lido, che passa per Tor di Valle, possa trasportare 20mila passeggeri l’ora, come hanno prescritto i Cinquestelle.
Se non si riuscirà a portare allo stadio il 50% dei tifosi con i mezzi pubblici, allora anche i flussi di traffico elaborati sulle auto private rischiano di essere sottostimati e quindi falsati da una previsione irrealistica. A quel punto anche il piano infrastrutture potrebbe essere considerato insufficiente.
C’è poi la questione del vincolo sul "diritto d’autore" che la direzione Arte e architettura contemporanee del Mibact ha deciso di concedere alla figlia di Julio Lafuente, l’architetto che ha disegnato le tribune dell’ex ippodromo che i proponenti vorrebbero abbattere e ricostruire. Lei, Clara Lafuente, si è detta contraria all’abbattimento e il suo parere dovrà essere tenuto in considerazione.
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