rassegna stampa

Stadi, ok alla riapertura ma solo per mille tifosi. Galli: “Scelta rischiosa”

Da oggi si torna sugli spalti in serie A. Dal 7 ottobre ingressi in base alla capienza

Redazione

Riaprono gli stadi, ma non per tutti e non per tutte le serie, scrive Marco Conti su Il Messaggero. Si comincia dalla serie A con mille spettatori che verranno accuratamente distanziati anche se non sarà facile mandare in curva un abbonato di tribuna. La decisione è maturata ieri sera dopo una riunione convocata in tutta fretta dal ministro Francesco Boccia il quale, con i colleghi Vincenzo Spadafora e Roberto Speranza, ha discusso della questione in video collegamenti con il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini e i governatori Fedriga, Marsilio, Toma, Bardi, Cirio e Fontana.

Un’accelerazione, rispetto alla data del 7 ottobre quando il governo aveva promesso di esaminare la questione, dovuta al pressing delle società di calcio innervosite dalla scelta fatta dal ministro dello Sport Spadafora di ammettere il pubblico agli Internazionali di tennis di Roma. Un crescendo di tensioni tra governo e Figc accompagnato da scelte unilaterali delle regioni (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte) che già nella mattinata di ieri avevano annunciato l’intenzione di aprire i cancelli. E così la decisione, maturata al termine della riunione a distanza, di aprire da oggi gli stadi di serie A consentendo l’accesso ad un massimo di mille persone per impianto.

Ferme restando le regole sul distanziamento e la sicurezza, non è escluso che da domani anche la serie B e C potrebbe essere autorizzata ad aprire gli spalti.

Preoccupato il professor Massimo Galli, primario di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, secondo il quale sarebbe meglio aspettare, prima di riaprire gli stadi, anche con le dovute cautele: "Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un trend di infezioni in crescita, l’Inghilterra sta chiudendo aree che riguardano un quarto della popolazione, la Francia pensa di chiudere Nizza, Marsiglia e Lione. Perché a noi dovrebbe andare meglio? Direi che anche solo prima di parlarne bisognerebbe vedere cosa succederà nei prossimi 15 giorni".