Con gli obiettivi stagionali ridotti alla strenua difesa del secondo posto, Spalletti regala l'ennesimo ribaltone lessicale, come scrive Stefano Carina su il Messaggero. Senza reiterare l'ormai stucchevole "Resto solo se vinco", ora dice che il secondo è da percepire addirittura come tale: "È come vincere lo scudetto delle contendenti della Juventus. Perché per quanto hanno fatto vedere i bianconeri, è impossibile metterci mano. Arrivare secondi sarebbe il massimo".
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Spalletti, una retromarcia con vista sul futuro
Il tecnico cambia idea: "Arrivare secondi sarebbe il massimo, e il terzo posto non sarebbe un fallimento"
Un Garcia 2.0 se volete. Ma Spalletti fa di più, va oltre Rudi: "Perché anche arrivare terzi e parlare di fallimento secondo me è utopia, fa parte di quel modo vostro di voler far apparire le cose. Proviamo a chiederlo a 7-8 squadre se finire terzi è un fallimento. Chi lo dice è un bell'uccello del malaugurio".
Spalletti difende Monchi: "E' il migliore ds del mondo (copyright già utilizzato per Sabatini, ndc), su Totti ha riportato soltanto quello che ha trovato, è già tutto apparecchiato. Mangia la roba che è sul tavolo" e poi su Totti dice: "Per raccontare la sua carriera si osannano i numeri. Ma per fare la formazione non si vedono i gol fatti o la corsa di due anni fa ma gli allenamenti odierni". Tradotto: ormai Francesco non può giocare se non pochi minuti. Poi sull'idea di ritirare la maglia numero 10si mostra contrario: "Se gestissi io la società non la toglierei. Secondo me ritirare la maglia è una mortificazione, non un'esaltazione. E il bambino che ambisce un giorno a indossarla?". "Se Totti dicesse il suo pensiero il prima possibile sarebbe meglio" conclude il tecnico. Singolare che a rimarcarlo sia proprio lui che a un mese dalla scadenza del contratto ancora non ha detto se rinnoverà o meno.
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