Spalletti ieri si è esibito nell'ennesimo show inelegante contro la stampa "Non sono sfigato e ho un raggiunto un livello di vita e professione per cui sono Spalletti, una sconfitta o la sfiga non mi determinano niente. Faccio l'allenatore della Roma, voi invece siete a fare psicanalisi a me, siete sfigati. Al posto di scrivere articoli sportivi ormai fate gli oroscopi. Ho detto che vedevo ombre? L'ho detto per prendervi per il culo".
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Spalletti: “Lavoro per lasciare una squadra forte”
Il tecnico si è lasciato sfuggire una frase che conferma come al momento si veda sempre più lontano dalla Roma
Poi si è lasciato sfuggire una frase che conferma come al momento si veda sempre più lontano dalla Roma. "Sto lavorando per lasciare una Roma forte fino all'ultimo giorno, è questa la mia imposizione e la mia ricerca". Parole inequivocabili, come evidenzia Stefano Carina su Il Messaggero.
Il crescendo boleriano del suo atteggiamento rancoroso sembra sinonimo di chi si vuol togliere dei sassolini dalle scarpe perché consapevole che tra poco sarà altrove. Tra l'altro, conoscendo come pochi altri la piazza, ha trovato l'alibi perfetto per giustificare un probabile addio: la presunta avversione della stampa nei suoi confronti. La stessa stampa che da mesi si augura che possa rinnovare, ritenendolo dal punto di vista tecnico un'eccellenza.
Spalletti invece ha deciso di imporsi un aut-aut («O vinco oppure vado via») che non gli aveva chiesto nessuno. Spalletti non vuol farsi sfuggire il secondo posto in questo rush finale. Per questo motivo, annusando nell'aria il rischio di un possibile calo di tensione della squadra, rilancia: "Ai ragazzi ho detto che queste 4 o 5 partite possono determinare la volata. Se le vinci gli scenari possono cambiare". E chissà, ribaltare una decisione che sembra già presa.
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