rassegna stampa

Spalletti: “Eusebio sbirciava le mie formazioni”

Tensione nella conferenza stampa di ieri: si torna sulla polemica post Roma-Palermo, prima di passare finalmente al campo e al match di stasera al Mapei Stadium contro il Sassuolo

Redazione

L'atmosfera è tesa. Il successo per 4-1 sul Palermo è lontano soltanto 48 ore ma sembra un'eternità. Spalletti, ad eccezione di qualche frase ad effetto per prendere tempo sul rinnovo («La penna del mio contratto ce l'hanno i mieicalciatori») è nervoso e fatica a mascherarlo. Il comunicato stampa del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti («No ai bavagli, ci vuole educazione e rispetto») non gli è andato giù. E come spesso capita, scrive Carina su Il Messaggero, senza che nessuno abbia fatto accenno alla questione, anticipa tutti: «Vorrei precisare una cosa. Tirare in ballo la libertà distampa in funzione di quello che è successo c'entra meno delle galline di Cioni con la domanda. C'èun'interpretazione personale dei fatti, bisogna saperlo. La libertà di stampa guai a chi me la tocca, deve esseretotale».

Dopo aver sciorinato una serie di titoli di giornali ed essere ritornati nuovamente sulla querelle, il discorso scivola faticosamente (ma finalmente) sul Sassuolo: «Di Francescoera il mio team manager dieci anni fa, quando gli davo le formazioni lui sbirciava. Era già un uomo di calcio e studiava da allenatore. Sta facendo vedere gioco e personalità. È una squadra allenata bene. Sono tanti bravi dentro la rosa, Eusebio li ha cambiati spesso, si fida di tutti, qualsiasi formazione schiererà sarà temibile. Lo scorso anno vincerecontro di loro è stato il crocevia che ha determinato che la Roma partisse». Gara che anche questa volta rappresenta un bivio. L'obiettivo è vincere per poi concedere il bis ad Empoli ed aspettare con serenità Juventus-Napoli di domenica sera.

Il Sassuolo è anche il pretesto per parlare di mercato: «ci sono delle situazioni di cui dovrebbe parlare Sabatini - chiarisce Spalletti - Io ho scelto i titolari, poi alcuni sono voluti andare a giocare altrove per avere più continuità. Adesempio Iago Falque al Torino. Lui voleva andare a giocare e ha passato dei pomeriggi ad allenarsi da solo perandare più forte e mettermi in difficoltà. E adesso sta facendo bene. Alcuni poi ti portano dei soldini e altri no evanno valutate anche queste cose. Stesso discorso vale per Ljajic. Iturbe e Gerson via agennaio?Converrete con meche se dico di sì e poi mi dovessero servire. In generale, chi rende onore alla Roma bene, altrimenti via. Fuori». A giugno, invece, e non prima (per volontà del tecnico), si discuterà del suo futuro. Che ancora non è chiaro.