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Il primo passo c'è stato. Matias Soulé vota Roma. Ghisolfi incassa il sì dell'argentino e ora avrà modo e tempo per formulare un'offerta che possa convincere la Juventus a lasciar partire l'asso argentino per farlo restare in Italia, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Quella del Leicester, neopromosso in Premier, non soddisfa: 20 milioni più 5 di bonus non bastano per il via libera di Giuntoli che ne chiede 35. Ghisolfi ufficialmente ancora non si è mosso. Ma se i Friedkin erano disposti a spendere 25 milioni per Chiesa, vien da sé come la trattativa per Soulé possa avere proprio questa base di partenza. Con due differenze fondamentali: 1) Il nazionale azzurro non è ancora oggi convinto della destinazione a differenza del 21enne; 2) Gli ingaggi: con Chiesa si partirebbe dai 6 milioni in su, mentre con Matias, considerando che nella stagione scorsa ha guadagnato 300mila euro, lo stipendio oscillerebbe intorno ai 2, benefit inclusi.
L'impressione è che il prezzo giusto possa essere quello di 30 milioni con l'inserimento degli immancabili bonus a meno che la Juventus non riesca a inserire una percentuale del 10-15% sulla futura rivendita del ragazzo. Matias rappresenta il prototipo dell'investimento che hanno in mente: giovane, di talento, ingaggio basso e futuribile. La collocazione in campo, vista la presenza in rosa di Dybala (e Baldanzi), non sarebbe un problema. Perché per uno preparato come Daniele, le soluzioni non mancherebbero. A partire dalla più semplice, forse la più logica. Ossia quella di far giocare nel 4-3-3 un mancino a sinistra. Ma le variabili non mancano: in un 4-2-3-1, ad esempio, potrebbero giocare tranquillamente insieme con Paulo centrale e Soulé a destra. Senza considerare l'idea che frulla da tempo in testa a De Rossi, come faso nueve.
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