rassegna stampa

«Sono qui per divertire»

(Il Messaggero – S.Carina)  Zdenek Zeman riesce sempre a stupirti. La semplicità con la quale risponde alle domande dicendo semplicemente quello che pensa è disarmante.

Redazione

(Il Messaggero - S.Carina)  Zdenek Zeman riesce sempre a stupirti. La semplicità con la quale risponde alle domande dicendo semplicemente quello che pensa è disarmante. Soprattutto per un mondo, come quello del calcio, dove oramai si è abituati alla frase di circostanza che accontenta tutti e non convince nessuno. E così, anche ieri, alla vigilia del debutto in campionato, il tecnico boemo non si è sottratto ai quesiti più scivolosi. Replicando con la solita naturalezza.

A partire dall’annosa querelle Conte-giustizia sportiva: «Non so che dire, questo era un processo sportivo e ora è diventato mediatico. Le sue frasi le deve giudicare la Disciplinare. Una volta, però, se uno si permetteva di dire certe cose veniva deferito e squalificato». Ancora una domanda sulla Juventus: «Perché ogni sua riflessione genera tanto astio da parte del club bianconero?» Risposta: «Non lo so. Continuo a dire che io dormo tranquillo. Loro poco...». E ancora. «In Italia se uno denuncia è credibile, se non denuncia diventa omessa denuncia. E' difficile valutare: lui non ci ha mai detto cosa ha fatto nello spogliatoio».

Ma per chi pensa che la schiettezza sia una prerogativa da utilizzare esclusivamente con la società torinese, ecco la riprova di come Zeman non conceda sconti a nessuno: «Lopez e Lamela sono più o meno allo stesso livello, nel senso che hanno capito poco entrambi – spiega l’allenatore - Sono però due giocatori tecnicamente e fisicamente eccezionali. Del resto i ragazzini sono la mia gioia. Marquinhos e Romagnoli? Hanno qualità e mi auguro che riusciranno a fare anche esperienza». Capitolo Bojan: «Non penso voglia andar via, ma non è pronto».

E’ il turno di Stekelenburg: «E’ uno dei migliori portieri d'Europa, quindi è bravo. Poi non vuol dire che non si possa giocare senza di lui o senza altri giocatori. Altre squadre non ce l’hanno e giocano comunque a calcio. Il mercato è aperto, ame questo non piace e può accadere di tutto». Sembra un bocciatura ma poi il tecnico corregge il tiro: «Goicoechea lo avevo indicato lo scorso anno al Pescara. E’ un portiere che mi piace. Lo considero un buon investimento per il futuro. Tutte le squadre hanno tre portieri, alcune anche quattro. L’ho segnalato per integrare la rosa ma questo non impone che uno degli altri due debba partire». A meno che il club non abbia esigenze di far quadrare i conti: «E’ importante mantenere gli equilibri, quando non si riesce si fanno i sacrifici. Non so se ci riguarda, visto che non conosco i conti della società».

Conosce meglio Totti – «Sta bene, sono sempre convinto sia uno dei più grandi giocatori della storia» – e sta imparando a conoscere De Rossi: «Me lo aspettavo così, sia come calciatore che come uomo». Destro squalificato? «Si riposa per le prossime partite...». Aboliti, come al solito, gli individualismi: «Ho ripristinato il ritiro perché ritengo che nel calcio conti ancora fare gruppo e parlare, conoscersi». Magari per rincorrere un sogno: «Scudetto? Se credo a quello che sto facendo, ci devo credere. Ma non sono ossessionato dalla vittoria. Il mio obiettivo? Voglio che allo stadio la gente si diverta».