Garcia non c’è più, viva Spalletti. La Roma prosegue il cammino, come una antica monarchia: morto un Papa, se fa un altro. E il cervello? All'ammasso. Tanto è calcio, si sa, conta vincere. E invece non basta.
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Smuovere la testa dei giocatori e il cuore dei tifosi: vietato fallire
Rudi e Luciano hanno in comune il modo in cui hanno lasciato, con rispetto e affetto per i colori giallorossi, ed è un buon inizio per quello che speriamo diventi un nuovo ciclo
Garcia è un bravo allenatore e un uomo perbene. La sua carriera continuerà perché merita e forse a Roma avremo un'altra lezione, come è già successo con Luis Enrique, votato miglior allenatore d'Europa. Magari non ci faremo caso, perché siamo troppo affaccendati nelle polemiche più inutili. Luciano Spalletti è, anche lui, un bravo allenatore: nessuno può dimenticare quanto ha fatto a Roma e neppure come e perché se n'è andato una prima volta.
Rudi e Luciano hanno in comune il modo in cui hanno lasciato, con rispetto e affetto per i colori giallorossi, ed è un buon inizio per quello che speriamo diventi un nuovo ciclo. Ma, con il cambio in panchina, sono finiti davvero i problemi? Si cambia rotta? Lo speriamo davvero, per quanto riguarda i risultati e, più ancora di oggi, l'esame sarà domenica prossima a Torino.
Ma oggi, intanto, c'è l'esame impietoso dell'Olimpico: torneranno i tifosi a sostenere la Roma in casa? È un nodo irrisolto anche per Pallotta, che lavora a un nuovo stadio giallorosso. Senza tifo e passione, a chi servirebbe? La frattura va sanata, è più importante che comprare un buon difensore o recuperare Dzeko, perché neppure la Roma di Spalletti può far bene in un clima ostile. Oggi la gara col Verona ci dirà soprattutto se Luciano riuscirà a smuovere la testa dei giocatori e il cuore dei tifosi. E ancora non basta: per vincere, ci vuole anche una forte società.
(P.Liguori/CURVA SUD)
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