In molti, dopo la vittoria e la prestazione di ieri da parte della Roma, hanno pensato che in fondo non sarebbe stato così difficile vincere (anche) la prima di campionato a Verona.
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Si vede la mano dell’allenatore ed è quella giusta
Se al Bentegodi si era vista la mano di Rudi Garcia, ma era quella sbagliata, stavolta si è vista quella corretta
Come evidenzia oggi Il Messaggero bastava, ad esempio, mettere gli uomini giusti ai posti giusti, e la partita fatalmente avrebbe preso tutta un’altra direzione.
Quello che è successo contro la Juve: scelte azzeccate, con accorgimenti tecnici legati alla figuraccia veronese, e tattica ad hoc per l’impegno. Se al Bentegodi si era vista la mano di Rudi Garcia, ma era quella sbagliata, stavolta si è vista quella corretta.
Fino al secondo gol giallorosso non c’è stata letteralmente partita, con la Roma padrona del campo e costantemente proiettata verso la porta di Buffon, senza rischiare nulla in fase difensiva. Un gioco che ha ricordato quello del primo anno di Garcia, cioè tanto possesso palla, ma con una nuova voglia di pressing, di tenere il baricentro della squadra più in alto rispetto al passato.
Doveva, Rudi, dare una risposta seria, profonda e anche decisiva: il successo sui quattro volte campioni d’Italia è frutto anche del suo lavoro, di quanto prodotto, studiato e provato durante la settimana in allenamento. Il neo della giornata è rappresentato dal finale da brividi, nonostante l’uomo in più: segno che occorre lavorare ancora sulla mentalità, sulla concentrazione.
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