Il banco rischia di saltare, scrive Salvatore Riggio su Il Messaggero. Non è imminente, ma la paura è concreta. Tanto da convocare d'urgenza per oggi un'assemblea in videoconferenza, a tre giorni dall'ultima. Si discuterà delle linee guida della serie A per affrontare la crisi generata dall'emergenza Coronavirus. Tra questi, naturalmente, c'è anche la questione stipendi. Il tema centrale che oggi sarà affrontato dai club è quello di fare capire ai propri giocatori che un taglio agli ingaggi sarà necessario (in serie C la Reggina, per ora, ha detto che onorerà gli impegni con squadra e staff). Si parte dall'accordo che la Juventus ha trovato con i propri giocatori (rinunciano a un mese e mezzo; gli altri due mesi e mezzo saranno spalmati sulla prossima stagione) e se ce ne sarà bisogno si arriverà alle trattative private con ogni singolo elemento (in Premier i giocatori hanno rinunciato di tagliarsi il 30% degli ingaggi). O così o così. Non ci sono alternative. Perché i mancati introiti della vendita dei biglietti e delle sponsorizzazioni preoccupano tutti e qualche piccola società teme di dover chiudere senza un accordo con i propri tesserati. Anche perché i tempi di ripresa e chiusura dell'attuale campionato - altro tema caldo assieme a quello degli stipendi appunto - rischiano di dilatarsi sempre di più.
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Serie A, la ripartenza ha perso tutti i limiti
Convocata d'urgenza per oggi un'assemblea in videoconferenza, a tre giorni dall'ultima
A tal proposito sulla questione è intervenuto Gabriele Gravina, presidente della Figc. La speranza più grande è quella di tornare a giocare a maggio: "Stiamo lavorando su tutta una serie di idee per gestire al meglio questa situazione. Una data per ripartire è quella del 17 maggio ma sappiamo, e lo sottolineo ancora una volta, che è una ipotesi. Serie A fino a settembre-ottobre? È un'altra ipotesi", ha detto a La Domenica Sportiva.
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