rassegna stampa

Serie A-Governo, lite sui soldi

La Lega rivendica la sua centralità nello sport italiano, oggi si tornerà a discutere degli stipendi: ipotesi sospensione fino alla ripresa dell'attività o taglio degli ingaggi dal 15 al 30%

Redazione

Il calcio e più nello specifico la serie A è in crisi e lo stop ha acuito tutta la fragilità su cui si poggia il sistema. E così si è corsi ai ripari percorrendo due strade: taglio degli stipendi e richieste (non economiche) al governo. Ed è proprio qui che è nata l'ennesima frizione. A far scattare i presidenti è stata questa frase: "Lo sport non è solo il calcio e il calcio non è solo la Serie A. Destinerò un piano straordinario di 400 milioni allo sport di base. Dalla Serie A invece mi aspetto che le richieste siano accompagnate da una seria volontà di cambiamento". Fin dalla mattina si sono susseguite telefonate dai toni accesissimi tra i vari presidenti che ritengono la serie A la "locomotiva del calcio di base e indirettamente di tutto lo sport italiano". La Lega - scrive 'Il Messaggero' - rivendica la sua centralità proprio per la mutualità che versa (quest'anno 130 milioni) e che serve per la sussistenza dei settori giovanili e di sport diversi dal calcio. Ma l'argomento principale nella call-conference prevista dalla Lega resta quello degli stipendi.

La Juve sabato ha tracciato un solco: l'accordo raggiunto da Agnelli con la squadra prevede che Sarri e i suoi i calciatori rinuncino a percepire il pagamento di 4 mensilità nel corso di questa stagione sportiva (marzo, aprile, maggio, giugno), recuperando tuttavia 2,5 mensilità nel corso delle prossime stagioni. Di fatto dunque sul bilancio 2019-2020 la Juve risparmierà 90 milioni, ma il risparmio reale è di circa 34 milioni di euro, visto che i restanti 56 verranno spalmati.

E sul tavolo oggi verranno poste due diversi tipi di proposta. La prima prevede la sospensione degli stipendi fino a quando non si riprende l'attività. Poi c'è il taglio. Possibile una decurtazione progressiva con percentuali a salire in base al lordo. Si va dal 15% al 30%. Oppure un taglio orizzontale uguale per tutti del 30%. Nessun obbligo di accordo collettivo, qualsiasi intesa potrà essere ratificata club per club, in maniera individuale. E c'è di più perché i calciatori possono anche rifiutarsi. E in caso di cessione di un giocatore a giugno? Il club potrà trattare una buonuscita o eventualmente, valutare un accordo anche con la società che acquisterà il giocatore. Ipotizzando un taglio del 30%, a fronte del miliardo e 300 milioni di ingaggi totali, la serie A risparmierebbe circa 390 milioni di euro. Circa la metà delle perdite ipotizzate: 720 milioni.