rassegna stampa

Senza qualità, zero follia e pochi guizzi: in crisi il reparto che vive di solo Dzeko

LaPresse

La Roma a Marassi ha tirato pochissimo verso la porta avversaria. Quando la squadra arriva in fase di finalizzazione, emergono a suo sfavore limiti notevoli

Redazione

La Roma ancora una volta lontano dalla Capitale è riuscita a non subìre reti, scrive Mimmo Ferretti su Il Messaggero., ma la squadra di Paulo Fonseca per la prima volta lontano da Roma non è riuscita a segnare.

E, a dire il vero, neppure a confezionare occasioni per riuscirci. La Roma attuale viaggia al ritmo di più infortunati che gol. Giusto sottolinearlo ma, come mai era accaduto nelle gare precedenti, a Marassi ha tirato pochissimo verso la porta avversaria.

Basti pensare che Audero, il portiere di Claudio Ranieri, è stato costretto a sporcarsi per la prima volta i guanti intorno al minuto numero 78 per parare un tiretto centrale di Dzeko. Una miseria, all'interno di una partita noiosa. Mediocre. La Roma, che aveva cominciato la stagione segnando (e costruendo occasioni da gol) a raffica, si è inceppata. Quattro gol all'attivo nelle ultime 5 gare di campionato. Colpa delle tante assenze, certo; colpa della forma precaria di alcuni giocatori-chiave, certo; ma è netta la sensazione che non sia solo questo; e che se non ci pensa Dzeko (e non ci può pensare sempre solo Dzeko) la squadra fatichi tremendamente a far male all'avversario.

Questione di uomini e di manovra, ovviamente. Non si può pretendere, ad esempio, che chi non ha il gol nel sangue faccia centro a ripetizione, anche se viene messo nelle condizioni di farlo. La Roma dà l'impressione di fare bene il compitino nella fase di costruzione, ma quando è chiamata alla rifinitura, se non alla finalizzazione, emergono a suo sfavore limiti notevoli. Le manca, dalle parti dell'area avversaria, la qualità, il guizzo, la follia di una giocata che interrompa il tran tran del palleggio.

Non ha senso, perciò, mantenere il possesso della palla in maniera esasperata se poi all'atto pratico con il pallone tra i piedi ci fai poco o niente. Non v'è dubbio che con interpreti diversi, quelli che stazionano da tempo in infermeria, la storia avrebbe potuto avere uno svolgimento diverso ma, arrivati a questo punto, c'è il rischio che il problema sia strutturale. Se fosse così, il guaio sarebbe ben più grave di questo o di quell'assente per infortunio.