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Il Messaggero

Se Dybala fa il terzino

Se Dybala fa il terzino - immagine 1
E il fantasma di De Rossi continua ad aleggiare sul tecnico
Redazione

C'è una foto che vale più di mille parole per riassumere il momento della Roma. Domenica sera, minuto 15 della ripresa: Zalewski si fa togliere il palIone da Frattesi che parte in contropiede. Angeliño arretra, con un occhio a Lautaro in mezzo, cercando compagni che lo aiutino. Pellegrini e Celik corrono alla disperata, a tal punto che sul cross del nazionale azzurro, il turco rinvierà in modo scomposto regalando praticamente l'assist all'argentino. Ma più di tutti corre Dybala. Che supera i due di slancio e prova, invano, a contrastare il tiro del connazionale per poi, vedendo la palla in rete, crollare a terra, sfinito e sconfortato, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Sì, avete letto bene: Dybala. Uno che ti aspetti giostrare negli ultimi 20 metri dell'area avversaria, non fare rincorse di 80 metri sull'avversario di turno: nel primo tempo dietro Bastoni, nella ripresa Dimarco. Uno sforzo che se da un lato per Juric è divenuto il manifesto della disponibilità del gruppo nei suoi confronti, dall'altro è diventato argomento di discussione in città (e non solo). Premesso che difficilmente rivedremo Dybala e la Roma con il 4-2-3-1 e tutto ciò che ne consegue a livello di fase difensiva, l'attenzione si sposta sul tecnico croato. Inutile girarci intorno: è bastata una sconfitta contro i campioni d'Italia per tornare a far aleggiare il fantasma di De Rossi. Che poi a Trigoria off record continuino ad assicurare come all'orizzonte non venga minimamente presa in considerazione questa possibilità, paradossalmente poco importa. Quando l'onda popolare parte, è come il fluido gelatinoso del film Blob: si porta via tutto e tutti. Così anche le rassicurazioni pre-gara dell'altra sera di Ghisolfi ("Juric sta facendo bene, ha bisogno di tempo") rischiano alla fine di non attecchire. Il motivo vien da sé: il ds è lo stesso che nel giorno del forum a Trigoria. con alcune testate giornalistiche (1 ottobre), provando a fare un complimento al tecnico, asserì come la scelta fosse ricaduta su di lui perché aveva accettato di firmare fino a giugno. Delle due l'una: c'è un progetto o si naviga a vista? È proprio questa sensazione di precarietà, che si accompagna a risultati che dopo lo slancio iniziale del cambio di allenatore stanno tornando nella normalità travestita da mediocrità (la Roma è malinconicamente a metà in classifica, avendo avuto un calendario non certo proibitivo e segna con il contagocce: 8 reti in 8 gare, quante quelle di Retegui), a far sì che questa settimana rappresenti già un crocevia per Juric.