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Scalata reale. La Roma non si ferma più

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La Roma contro il Como ha avuto paura del bisturi e del trapano, però ne è uscita alla grande, vincendo per 2-1 dopo quarantacinque minuti in cui è stata, impaurita
Redazione

Applausi al Como, una squadra affascinante, per come gioca, per come si presenta e per quello che sarà, magari il nuovo Parma degli anni '90. Ma il dentista (senza anestesia), citando Claudio Ranieri che aveva chiamato in causa Guardiola riferendosi all'Atalanta, se lo affronti con un po' più di coraggio, forse fa un po' meno male. Diciamo che la Roma contro il Como ha avuto paura del bisturi e del trapano, però ne è uscita alla grande, vincendo per 2-1 dopo quarantacinque minuti in cui è stata, impaurita, a guardare, pensando di non soffrire troppo, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Ne esce alla grande nel secondo tempo, con orgoglio e quel coraggio che forse, nel primo, non ha avuto. Finisce in rimonta, dopo aver penato (si fa per dire) per quarantacinque minuti, con la squadra di Fabregas (in tribuna perché squalificato) che ha propo sto gioco, idee ma una sola occasione vera, buona per far gol, con Da Cunha; mentre la Roma ha atteso troppo, tremolante, cercando qualche pressione alta e la ripartenza veloce, ma creando poco o nulla (un mezzo tiro con Dybala), finendo con il rincorrere e basta, buttando via energie, e lasciando corsie pericolose ai vari Diao, Nico Paz e Strefezza, che non sono Rodrygo, Vinicius e Bellingham, ma se gli lasci spazio e gli alimenti l'autostima, sanno farti male. Come un dentista, appunto. Serviva altro, la forza mentale, la sfrontatezza che è propria delle grandi squadre; la ricerca della giocata, dell'uno contro uno, il tutto è arrivato nella seconda parte di gara, quando Ranieri ha ripresentato una squadra diversa, per mentalità e giocatori. Saelemaekers e Dovbyk firmano le due reti della vittoria, la quarta di fila.