Forse questo derby non ci voleva proprio: a Maurizio Sarri, lo ha detto lui, interessa poco la Coppa Italia, un trofeo insignificante, svilito da una formula assurda; Mourinho invece ci tiene per se stesso (un trofeista come lui non può non pensare anche all'obiettivo finale), pur avendo da gestire parecchi guai, dalla rosa che si sta sgretolando, al vero obiettivo che è il piazzamento per la Champions League, fino al Milan, che lo aspetta domenica per una sfida difficilissima, che la Roma non deve perdere. Scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero Sarri pensa ai suoi tifosi, ormai perfettamente calato nella veste di comandante capopopolo, come del resto il suo collega Mou, che vuole riportare, come diceva Rudi Garcia, la chiesa al centro del villaggio, visto che la Lazio, quel villaggio, ultimamente glielo ha invaso.
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Sarri, Mou e quella sfida che preferivano non giocare ma che vogliono vincere
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José si gioca di più, la posta in palio per lui è più alta, perché questo derby non vorrebbe e non può perderlo. Ne ha già lasciati tre al collega, l'ultimo lo ha pareggiato dopo una brutta partita vissuta sul filo della paura sia da una squadra sia dall'altra. Ma il campionato, si sa, aspetta e si va avanti sempre con la speranza di poter recuperare l'impossibile. Qui no: siamo al dentro o fuori e chi esce piange e all'orgoglioso e special Mou questo non piace. Se Sarri gioca per i tifosi, pensa allo loro libidine, lo Special ha più obiettivi alla vista, non gli dispiacerebbe di certo lasciare la Capitale con un altro trofeo in bacheca, e poi non vorrebbe diventare un uomo derby al contrario, come Francesco Totti tanti anni fa definì Edy Reja. Domani non si possono fare calcoli come in campionato, il pareggio non esiste, la paura va lasciata da parte. Esiste la Roma, che non scoppia di salute; esiste la Lazio che è in netta ripresa e forse si può permettere di snobbare la Coppa Italia in sé ma non il derby, che della Coppa poi è parte integrante. “La formula della Coppa Italia a me non piace, lo sanno tutti, ma qui non ci interessa nemmeno il passaggio del turno, ci interessa il derby per la nostra gente”, l'ammissione tautologica di Sarri, che sa benissimo che vincere domani significa fare un passo in avanti verso la finale, quindi riscaldare l'idea di alzare un trofeo, cosa che alla fine non lo infastidirebbe, nonostante la formula, giustamente criticata.
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