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Sabatini: “Roma da scudetto con Mourinho e Zaniolo”

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"Qualcuno arriverà. Mourinho è troppo furbo e intelligente, sa che allenerà una squadra competitiva"

Redazione

Undici anni fa, di questi tempi, si discute della frase di Walter Sabatini su Totti: la luce sui tetti di Roma... "Me ne sono pentito, vorrei non averla mai detta. E poi in pochi hanno capito cosa volevo dire" dice l'ex direttore sportivo della Roma intervistato da Alessandro Catapano su Il Messaggero.

Ce lo dica oggi. "Basta andare in piazza di Spagna, salire gli scalini, e vedi che la luce non muore mai e continua a inondare i tetti. Totti era la luce residua che non se ne va e vuole continuare ad illuminare la scena".

Chissà se i Friedkin la pensano come lei? "Non lo so e non mi riguarda. I Friedkin non hanno bisogno di consigli. Sono silenziosi, non si mettono nell'agone come facevo io, non vanno a negoziare con la piazza. Stanno zitti, e prendono Mourinho, senza che nessuno lo sappia".

Grande colpo?"Un colpo della madonna, che intanto gli ha consentito di mettere un tappo al vaso di Pandora. Tutti dicono: ci penserà Mourinho".

Ci penserà lui? "Qualcuno arriverà. Mourinho è troppo furbo e intelligente, sa che allenerà una squadra competitiva".

Quando ripensa ai suoi anni alla Roma, cosa le viene in mente? "Un'immagine. E' stato un bel fiume che correva lento ma prepotente verso il mare, con qualche turbinio, poi c'è stata un'esondazione quando la Roma è diventata forte, e dopo il fiume è rientrato e sono rimasti solo i detriti, la mia vita. Io ho solo i detriti della Roma. La Roma mi ha fatto male fisicamente".

Cosa sarebbe potuto accadere se fossero rimasti anche solo la metà dei giocatori che ha portato a Roma? "Che la squadra avrebbe lottato per lo scudetto per quattro o cinque anni. Ma c'era l'esigenza di vendere, mai dichiarata da Pallotta. Lui era senza pietà, mandava le persone da me con la faccia contrita a chiedermi se potessi tirar fuori 5 o 10 milioni perché altrimenti saremmo andati a gambe all'aria".

Cosa vuole questa città dal calcio? "Un capo, come è sempre stato storicamente. Un despota che ispiri fiducia, che sia inattaccabile. Se tu fai un calcio dialettico, sei morto, tu devi fare un calcio in cui si dice: lo ha detto Mourinho, tutti zitti".

Come sarà il prossimo campionato? "Bellissimo. La bellezza è una necessità, come diceva Carmelo Bene. Mi aspetto che si realizzi, che non sia vilipesa o ridotta a cosa marginale. La bellezza te la danno i calciatori, mi aspetto grandi cose, tornerà a essere un calcio gioioso. E attenzione, anche la Roma si giocherà le sue carte per lo scudetto, c'è un aggiustamento collettivo di cui può approfittare. Lo sciamano ce l'avete, e anche dei valori: guardate Spinazzola, e il mio idolo, il ragazzino, Zaniolo. Quando è dentro il campo, va dritto per dritto, speriamo che non sia condizionato dagli infortuni, è forte perché è prepotente".

Il suo grande cruccio? "Pastore. Era il sogno trasferito dentro il campo di calcio. I romanisti rideranno, ma era straordinario. La ricchezza lo ha cambiato".

Chi vincerà l'Europeo? "Non lo so, ma io faccio il tifo per Luis Enrique. A Roma lo chiamavate Stanlio. Siete incredibili".