Manolas, uomo copertina della sfida di questa sera al Bernabeu, è il simbolo della Roma in Europa. Il testimonial della squadra di Di Francesco. Dalla remuntada storica con il Barcellona all'Olimpico nell'ultima edizione sembra passata una vita e invece solo l'estate. Adesso i giallorossi sono alla ricerca dell'identità smarrita. Il Real, invece, è senza Cristiano Ronaldo dopo 9 stagioni di trionfi e nessuno ormai può restituirglielo: qui provano a far finta di niente, dal presidente Perez al nuovo tecnico Lopetegui, dai giocatori ai tifosi.
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Roma, voglia di notti Real
Spazio a chi sta meglio, mentalmente e fisicamente. Così conferma per Under che, escluso Dzeko, ha più minuti dei compagni d'attacco
Di Francesco adesso è come se ripartisse da zero: Monchi gli ha ribaltato la rosa. Più giovani e meno senatori. In Europa, nell'edizione passata, Alisson, Nainggolan e Strootman fecero la differenza insieme ad altri big come Manolas e Dzeko che comunque sono rimasti, scrive Ugo Trani su Il Messaggero. Il passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova generazione non può essere istantaneo. A centrocampo si prepara a spostare Nzonzi nel ruolo di mezzala per farlo convivere con De Rossi. Spazio a chi sta meglio, mentalmente e fisicamente. Così conferma per Under che, escluso Dzeko, ha più minuti dei compagni d'attacco, avendo giocato pure i 2 match con la Turchia ed essendo stato titolare domenica scorsa per un tempo e mezzo. Rientrano Fazio e De Rossi.
La Roma è alla sua partecipazione numero 12 nell'unica coppa che conta. Il Real ne ha 49. Stasera gli assenti sono CR7 e anche Zidane capace del tris (di fila) prima di dire addio. Ma chi è ancora qui resta comunque galactico. Non c'è da ricordarlo a Di Francesco. Che è presente. A se stesso.
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