Se non fosse stato per quella caviglia, probabilmente Jordan Veretout avrebbe fatto l'en plein: sette su sette, tutte da novanta minuti, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero.
rassegna stampa
Roma, Veretout sta nel mezzo
Comincia il momento della verità per Jordan, che Fonseca considera indispensabile. A centrocampo non c’è spazio per il turnover, sta a lui prendere per mano la squadra
Non parliamo di un fuoriclasse, ma siamo davanti al classico calciatore indispensabile, irrinunciabile, che difficilmente un tecnico tiene fuori. Ha muscoli, temperamento, non il tocco.
Fondamentale per Pioli prima e Montella poi, determinante adesso per Fonseca, che lo ha preservato solo nelle gare di Europa League (ventisei minuti totali, spalmati su due partite). Piace, agli allenatori, questo suo saper fare un po' tutto: è dinamico, muove il pallone con una certa velocità e verticalizza. Si è reinventato regista pur non essendolo, o meglio non è un organizzatore di gioco classico, alla Pirlo o Pizarro insomma. Apprezzabile pure negli inserimenti (soprattutto quando ha fatto la mezzala) e nel tiro dalla distanza. Che a Firenze lo hanno portato, in due stagioni, a segnare 15 gol e 5 assist; qui deve ancora cominciare.
Una garanzia di rendimento, ma ci si aspetta di meglio, ora dovrà essere più incisivo. E' arrivato il momento di alzare il livello. E Fonseca punta molto su di lui: a centrocampo in questa fase, dalla sfida di domani a Genova con la Sampdoria (tempo permettendo), la Roma ha gli uomini contati. Per i due di centrocampo c'è Jordan, c'è Cristante (che si allena a parte), volendo Zaniolo, ma è una forzatura, così come lo è Pastore. Quindi, Jordan e Cristante, appunto. Pellegrini e Diawara sono out.
Veretout non è un giocatore appariscente, ma è in un ruolo chiave. Lo dimostra un dato: nell'ultimo campionato è stato quello che ha effettuato il maggior numero passaggi chiave (vedi la famosa azione di Bologna, finita con lo scarico su Pellegrini, che ha dato il là alla rete di Dzeko) ma ha chiuso con soli tre assist. Quindi non un creativo, non un raffinato, ma uno di sostanza. Un accompagnatore di azioni. E' bravo nello stoppare gli avversari, nel tackle, nei contrasti. Mentre da trequartista o da mezzala aveva più possibilità di incidere. Ecco, è arrivato il momento di prendere per mano la squadra. Da domani in poi. Il rodaggio è finito.
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