La Roma da 10 anni non arriva ai quarti di Champions: in ballo il prestigio, insomma, e anche il bilancio, scrive Ugo Trani su Il Messaggero. Stasera, alle ore 20,45 nel freezer del Metalist Stadion, l’andata degli ottavi contro lo Shakhtar: da temere il freddo, con l’orario che non aiuta (fischio di inizio alle 21.45 di qui) e da non snobbare questa rivale che, guardando i precedenti nel torneo e le caratteristiche dei suoi giocatori, è comunque scomodo.
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Roma, una notte da lupi
Champions, giallorossi in Ucraina contro lo Shakhtar nell’andata degli ottavi tra neve e gelo: si giocherà a -11
Di Francesco e Fonseca si giocano la qualificazione da intrusi della manifestazione, avendo rispettivamente eliminato, ribaltando il pronostico, l’Atletico Madrid e il Napoli. Il tecnico giallorosso addirittura con il 1° posto (e 11 punti, il raccolto minore tra le 16 promosse), il collega con il suo calcio arrogante.
La Roma arriva alla sfida con il 4-2-3-1 e i 4 gol in 3 partite di Under che può esordire nel torneo proprio contro la squadra che, per 12 anni (2004-2012), ha preso quota con il suo ct Lucescu. Il ventenne accanto ai big per superare gli ottavi, obiettivo fallito negli ultimi 3 tentativi (2009 contro l’Arsenal, 2011 contro lo Shakhtar e 2016 contro il Real). E centrato, invece, nei tre precedenti, cominciando in Coppa dei Campioni a Sofia, gol di Falcao contro il Cska, il 19 ottobre del 1983 (arbitro, pensate un po’, il francese Vatrout, celebre poi il caso Dundee, aprile 1984).
Lo Shakhtar di Fonseca mostra in campo la spavalderia e il ritmo dei talenti del Sudamerica. Gioca sempre con il 4-2-3-1, puntando sul rombo offensivo. L’argentino Ferreyra è il centravanti, i brasiliani Marlos, Taison e Bernard lo accompagnano di lui, da destra a sinistra, trio veloce e raffinato di trequartisti.
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