Tempi più lunghi del previsto per la firma del contratto fra l'italo-americano James Pallotta e il californiano Dan Friedkin relativo al passaggio del controllo della As Roma, scrive Rosario Dimito su Il Messaggero.
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Roma, un derby con Mr. Friedkin
Entro il 26 gennaio, giorno della sfida con la Lazio, è fissata la firma del contratto. In corso la verifica sui conti, il club intanto viene gestito da Pallotta e dal californiano
C'è una data limite posta dalle parti: domenica 26 gennaio (giorno del derby capitolino) per ratificare quello che, in gergo tecnico-finanziario, si chiama signing, la firma dell'accordo. Sino a fine gennaio quindi il proprietario resta Pallotta.
Dopo l'entusiasmo iniziale susseguente all'accordo sostanziale tra i due imprenditori, adesso che il negoziato è passato ai consulenti, la tempistica è scandita dai vari adempimenti. Il tavolo del negoziato è stato completato con la nomina da parte della As Roma Spv Llc (Pallotta) dello studio legale Latham & Watkins mentre lo studio Chiomenti assiste il signor Toyota.
Partirà probabilmente oggi la due diligence a cura di JpMorgan per Friedkin mentre Pallotta ha Goldman Sachs: si tratta di un'attività di verifica tipica di queste operazioni, dove l'acquirente, tramite i suoi advisor, verifica la congruità delle poste di bilancio.
Nelle clausole del rifinanziamento del debito esistente, sottoscritto l'8 agosto 2019 mediante prestito obbligazionario senior garantito e non convertibile, in capo alla controllata ASR Media and Sponsorship spa (MediaCo), del valore di 275 milioni di euro, collocato da Goldman Sachs presso investitori istituzionali, per allungare i termini di un prestito precedente estinto, c'è una rete di sicurezza.
La due diligence riguarderà non solo la società giallorossa, ma anche le controllate che rientrano nella cosiddetta «area di consolidamento»: nel linguaggio tecnico includono quelle società controllate con più del 51% i cui conti vanno a pesare in positivo o in negativo, sul rendiconto della capogruppo.
Nel consolidato della Roma rientrano Soccer Sas e appunto, MediaCo. La prima è nata tre anni fa: la capogruppo che la controlla al 99,98% (il resto è detenuto da MediaCo) vi ha conferito le sue attività di merchandising, marketing e sponsorizzazioni. La seconda è stata costituita cinque anni fa nel contesto dei una precedente riorganizzazione e rifinanziamento connesse alla gestione del brand e alla gestione delle cosiddette attività "media", cioè organizzazione e disputa delle partite.
Durante questo negoziato che come si vede, necessita di alcune settimane, gli advisor dovranno concordare, di sponda con Pallotta e Friedkin, due passaggi chiave connessi tra loro. In questi giorni scade la rata di 50 milioni della ricapitalizzazione, soldi che serviranno per il calcio-mercato. Chi li versa? Se li mette Pallotta, vuol dire che al signing, Friedkin dovrà restituirli. Ma a decidere le mosse dando istruzioni a chi gestisce la campagna acquisti (l'ad Fienga) dovrebbe essere il nuovo azionista d'intesa con Pallotta. Questo cordial entent è una fattispecie tipica di operazioni analoghe: c'è in corso un passaggio di proprietà non ancora perfezionatosi. A decidere non può essere solo il futuro padrone in quanto, nel caso in cui l'operazione dovesse saltare (in teoria possibile), la Roma resterebbe a Pallotta e se - per fare solo un esempio illustrativo - il californiano volesse ingaggiare la punta Diaz, il vecchio patron si ritroverebbe ad aver investito su una pedina non voluta. Ma ormai i giochi sono fatti.
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