Roma, tre squilli e prove di futuro

Ci sarà tempo per divertirsi. Per ora la Roma, come è giusto che sia, al 1° agosto è un cantiere aperto con qualche dubbio legato al mercato ed altri ad una squadra che a tre settimane dall'inizio del campionato alterna buone cose ad altre da rivedere, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Il 3-0 contro i "cugini" del Cannes (con Ryan Friedkin in tribuna e Dybala in panchina) regala la possibilità a quasi tremila tifosi di abbracciare e vedere dal vivo per la prima volta la nuova creatura di Gasperini. Che però è ancora lontana da quello che ha in testa il tecnico di Grugliasco. Per carità, i principi già s'intravedono anche se a sprazzi. Si nota così il pressing asfissiante che dura però 15 minuti; i due mediani che a turno vanno a contrastare il portatore di palla avversario; uno dei tre centrali difensivi che quando recupera il pallone poi sale subito palla al piede (Hermoso lo ha fatto un paio di volte); per poi arrivare alla sovrapposizione del centrale esterno (Celik) quando Rensch si accentra leggermente.

A dir la verità c'è anche qualche buco dietro, dovuto alle scalate che a volte arrivano in ritardo, ma la mediocrità del Cannes (serie D francese) e un paio di interventi di Vasquez (che sostituisce Svilar, uscito nel riscaldamento per un affaticamento muscolare) regalano il quarto test senza subire reti. Tutto sommato la normalità considerando il calendario e i carichi di lavoro (ieri la Roma è sembrata imballata, spesso seconda sul pallone con alcuni elementi visibilmente stanchi). Un po' meno, invece, conoscendo alcuni calciatori, il loro modo di giocare e la loro attitudine che andrà rivista quando entreranno un minimo in condizione. Il riferimento, senza girarci troppo intorno, è a Dovbyk apparso avulso dalla manovra nei primi 45 minuti stagionali. Le giustificazioni non mancano: Artem era alla prima amichevole dopo uno stop di una decina di giorni ed è apparso legnoso e appesantito.