rassegna stampa

Roma trasformata dal mago Spalletti

Nei 53 giorni della sua gestione tecnica, ha lasciato liberi i giocatori solo 2 volte. Full immersion a 360 gradi per ogni componente, compresi i preparatori atletici e i medici. L’addestramento in campo, con il supporto delle video-lezioni, ha...

Redazione

Dall'insediamento di Spalletti sulla panchina giallorossa, la Roma è stata rigenerata. Il merito, scrive Ugo Trani su "Il Messaggero", va riconosciuto esclusivamente alla proprietà Usa: Pallotta, anche se frenato almeno per un mese da Baldissoni e Sabatini, ha avuto la forza di esonerare Garcia e di dar retta al suo amico Zecca. La mossa ha pagato, anche se resta il rimpianto per il ritardo. Non è stata, però, l’unica. Perché, a conferma che la coperta giallorossa era corta e anche cucita male, gli acquisti di Zukanovic, Perotti ed El Shaarawy hanno inciso sul rendimento del gruppo (7 gol e 6 assist del trio nelle 7 vittorie).

«È tosto, ci sta sempre dietro. Sta attentissimo a come ci comportiamo nel lavoro quotidiano. Con lui puoi parlare di tutto, ti protegge se fai quello che ti chiede. Se non lo fai invece può essere molto duro». L’identikit di Spalletti è disegnato da Pjanic. Lucio, nei 53 giorni della sua gestione tecnica, ha lasciato liberi i giocatori solo 2 volte. Full immersion a 360 gradi per ogni componente, compresi i preparatori atletici e i medici. L’addestramento in campo, con il supporto delle video-lezioni, ha avuto la priorità. Ripartendo dall’abc tattico.

Pallotta ha cambiato in panchina, Spalletti in campo. Il sistema di gioco e i ruoli dei calciatori non sono più gli stessi di quando ha ricominciato (17 gennaio all’Olimpico contro il Verona). Lucio è partito con il 4-2-3-1, Pjanic regista, Nainggolan trequartista e Dzeko prima punta. Ma 8 partite dopo, passando per la difesa a 3 e il 4-1-4-1, si è reso conto che, per le caratteristiche dei suoi interpreti, l’assetto ideale è il 4-3-1-2. Il rombo prevede Keita play, Perotti rifinitore, Nainggolan e Pjanic mezzali. Il centravanti non c’è più, lo sostituiscono 2 esterni offensivi: Salah ed El Shaarawy garantiscono rientri da centrocampisti, velocità da ali ed efficacia da attaccanti.