No al protocollo e dunque lunedì nessuna ripresa degli allenamenti di gruppo, scrive Stefano Carina su Il Messaggero.
rassegna stampa
Roma, senza certezze niente rischi per la salute
Dzeko e compagni vogliono far sì che gli eventuali nuovi sacrifici non siano vani
Ma la situazione finanziaria del club avrebbe (forse) consigliato il via alle sedute collettive per poi provare a cambiare in corsa il protocollo, virando sul modello tedesco.
Ora, però, vista la presa di posizione della rosa, la Roma si allinea al fronte capeggiato dall'Inter e dal Napoli, che da ieri vede un fronte comune Figc-Lega.
Il ragionamento che viene portato avanti è molto semplice: se nel testo redatto dal Comitato tecnico scientifico c'è scritto che "qualora, durante il periodo di quarantena volontaria, anche un solo membro dell'equipe risulti positivo al test molecolare per Sars-Cov-2, tutti gli altri componenti del gruppo dovranno da quel momento, non avere contatti con qualsiasi altro soggetto esterno per 14 giorni", rinchiudersi nuovamente in quarantena potrebbe rivelarsi inutile.
Basterebbe infatti un positivo tra i calciatori o un membro dello staff di una delle altre 19 squadre di serie A, per mandare il team di turno in isolamento e far saltare di conseguenza la serie A. Dzeko e compagni, reduci come il resto della popolazione italiana da una quarantena casalinga di 60 giorni, vogliono invece avere delle certezze sulla ripresa del campionato e far sì che gli eventuali nuovi sacrifici non siano vani.
Intanto dopo Pau Lopez (frattura del polso), Fonseca continua a perdere giocatori. Giovedì s'è fermato Perotti che ha riportato una lesione di secondo grado al bicipite femorale. Lo stop per l'argentino è di 2/3 settimane. Ieri invece è stata la volta di Fuzato (affaticamento muscolare).
Il totale degli infortunati dall'inizio della stagione sale così a 44 (26 di origine muscolare e 18 traumatica). Aggregato alla prima squadra, il portiere dell'Under 18 Boer.
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