Il primo pari di Garcia contro la Juve è il più amaro. I campioni d'Italia, con l'1 a 1 dell'Olimpico, restano 9 punti avanti (più il vantaggio dello scontro diretto vinto all'andata) e volano verso il quarto titolo di fila. La Roma conferma di non essere ancora al livello della storica rivale. Ma, davanti al proprio pubblico, ha almeno la forza di non consegnare lo scudetto in anticipo ai bianconeri, rimontando in dieci, grazie a Keita, la rete del capocannoniere Tevez. E di difendere il secondo posto: più 4 sul Napoli terzo.
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La Roma salva solo l’orgoglio
È la Roma di Rotterdam. Ma non basta. Perché in casa non riesce proprio più a vincere
È la Roma di Rotterdam. Ma non basta. Perché in casa non riesce proprio più a vincere. Ultimo successo in campionato il 30 novembre e 7 pareggi (4 qui), compreso quello di ieri sera, nelle ultime 8 gare. Garcia, per dieci-undicesimi, conferma il gruppo che giovedì sera ha conquistato la qualificazione agli ottavi di Europa League. Solo il portiere è diverso: rientra il titolare De Sanctis. Anche il sistema di gioco è lo stesso, il 4-2-3-1 con Pjanic si alza dietro a Totti per disturbare Marchiso che, con Pirlo infortunato e Pogba in panchina, si deve adattare da regista. De Rossi e Keita si occupano del possesso palla. Inutile, però, la superiorità. Il ritmo è basso, Ljajic e soprattutto Gervinho ricevono pochi palloni. Il primo li cercare tornando a centrocampo, dove però la Juve è sempre in agguato, presente fisicamente e anche tecnicamente. Il tridente giallorosso non complica la serata dei tre difensori Caceres, Bonucci e Chiellini.
CAMPIONI DI UMILTÀ - Il 3-5-2 di Allegri è efficace nell'atteggiamento. Per il sacrificio e la disponibilità. Davanti a Buffon, tutt'e dieci i giocatori sono sotto palla. Non rischiano e, quando riescono a conquistarla, sanno rovesciare l'azione. La lucidità e il dinamismo di Marchisio, l'aggressività e la qualità delle due mezzali Vidal e Pereira e la corsa e la sostanza di Lichsteiner a destra più continuo del mancino Evra spaventano la Roma che soffre i contropiede degli avversari. Faticano Manolas e Yanga Mbiwa in mezzo contro Morata e Tevez che si scambiano le posizioni.
SCREZIO ALL'INTERVALLO - L'equilibrio e la prudenza delle due rivali riducono le emozioni nella prima parte. L'unico vero tiro in porta è il diagonale di Tevez deviato in angolo da Manolas che rientra negli spogliatoi litigando platealmente con de Sanctis. Il preparatore dei portieri Nanni separa i due. La discussione non fa altro che confermare il nervosismo con cui la difesa sta vivendo il match.
ECCE TOP PLAYER - Allegri chiede ai suoi giocatori di alzare il baricentro e di andare a pressare chi imposta. La mossa è utile. Pereyra ruba diversi palloni. Il migliore lo offre a Vidal. Sinistro largo. Torosidis, ricevuto il giallo già nel primo tempo per un'entrata scomposta su Vidal, si ripete contro lo stesso avversario lanciato ancora da Pereyra. Orsato lo ammonisce per la seconda volta e la Roma resta in inferiorità numerica per quasi mezz'ora. E, sfruttando quella punizione, Tevez firma il vantaggio bianconero, festeggiando il 15° gol in campionato. Entra Florenzi per Ljajic: l'azzurro, su punizione, offre la palla del pari a Manolas. Testa e paratona di Buffon.
CUORE DA 10 - Garcia fa uscire anche i due capitani che non sono in partita. Prima chiama in panchina Totti, tocca a Iturbe, e subito dopo De Rossi, in campo Nainggolan. Con loro il gruppo riprende a correre. Florenzi, stavolta su punizione da destra, disegna il cross per il pari di Keita, colpo di testa che Marchisio, sulla linea, tocca senza evitare però la rete. Allegri spreca il match ball. Il suo collega, dopo 3 ko in campionato, non perde finalmente contro i campioni d'Italia. E la sua Roma va meglio in 10. Anche se, senza centravanti, può far poco. Inutile dirlo ora. Il mercato invernale di solito serve ad aggiustare la rosa. Ma Ibarbo e Doumbia non sono nemmeno tra i convocati.
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