rassegna stampa

La Roma ritrova l’altro scudetto

I giallorossi battono il Genoa e ritrovano il secondo posto, l'obiettivo primario di questo fine stagione

Redazione

Al tramonto del recupero, e non della giornata, scorre l’immagine che rende bene l’idea di come è maturato il controsorpasso: lo scatto di Florenzi verso il secondo posto, passando dal gol all’abbraccio sotto la Sud. Che nella Roma, ascoltando il coro di fine partita, vorrebbe undici come lui. Non solo la curva la pensa così, ma gran parte degli allenatori. Adesso pure Garcia che, per superare la Lazio dopo tre settimane vissute in apnea al terzo posto, lo utilizza in tre posizioni diverse. Il 2 a 0 contro il Genoa, secondo successo di fila per i giallorossi, non è firmato solo dall’azzurrino di Vitinia. E’ ancora Doumbia ad aprire la porta che dà accesso alla miglior posizione in classifica dopo la prima. Anche perché da lì si va direttamente nella prossima Champions. Il centravanti concede il bis, dopo la rete di mercoledì a Reggio Emilia contro il Sassuolo, e conferma che per vincere le partite serve proprio il finalizzatore. Magari sarebbe meglio, senza scomodare Cristiano Ronaldo, schierare chi è capace di fare 20 o più gol. Discorso ormai da affrontare seriamente dopo il traguardo, distante solo 4 gare. Ora bisogna accontentarsi dell’ivoriano che, però, rischia di fermarsi sul più bello: infortunio muscolare, come tanti suoi compagni in questa stagione. Toccata quota 30.

SACRIFICIO DI GRUPPO -  Più tardi, a metà pomeriggio, la Roma saprà che la legge di Reja è uguale per tutti: stesso pareggio, in quattordici giorni, per nemici e amici (addirittura con l’identico punteggio: 1 a 1). All’ora di pranzo, invece, i giallorossi hanno riscoperto, sotto il sole primaverile, il gusto di vincere all’Olimpico, dove nel girone di ritorno hanno messo a rischio la loro annata: solo 10 punti raccolti in 7 partite, con 2 successi, 1 sconfitta e 4 pari. Il Genoa di Gasperini, senza lo squalificato Burdisso e l’infortunato Perotti, è per la verità entrato in partita solo nella ripresa, quando il calo atletico dei giallorossi è stato evidente. Ma proprio nella seconda parte Garcia ha avuto, almeno mentalmente, la risposta migliore dai suoi giocatori, in grado di garantirgli disponibilità e sofferenza. Per difendere il risultato, mai al sicuro fino alla rete di Florenzi.

PRIMA VOLTA -  La Roma è la stessa di Reggio Emilia, ultima novità del tecnico di Nemours che, nelle precedenti 45 partite (33 di campionato, 6 di Champions, 4 di Europa League e 2 di Coppa Italia), aveva sempre cambiato formazione. In difesa, davanti a De Sanctis, Astori rimane accanto a Manolas, i terzini sono ancora Florenzi e Torosidis e i tre di centrocampo Nainggolan, De Rossi e Pjanic (Keita nella circostanza non è buono nemmeno per la panchina), in attacco il tridente con Ibarbo, Doumbia e Gervinho. L’unico tiro in porta dei tre, nella prima parte e dopo la mezz’ora, fa la differenza. Roncaglia regala il pallone al centravanti che ringrazia e, saltato in dribbling Izzo, piazza il destro, sull’uscita di Perin. Finalmente, dopo i fischi, il pubblico dell’Olimpico può applaudire Doumbia. Totti, invece, rimane a guardare come mercoledì contro il Sassuolo. Esclusione mirata: senza il capitano, nel girone di ritorno, il raccolto è stato migliore: 14 punti su 18 disponibili (4 vittorie e 2 pari in 6 partite). Con lui titolare, solo 9 in 9 gare.

PARTITA A SCACCHI -  Gasperini si specchia nella Roma. Dal 4-3-3, però, passerà nella ripresa al 3-4-3, togliendo il terzino Tambè e inserendo Falque. Il Genoa insiste con il possesso palla e va all’attacco. Garcia, però, pensa al risultato più che alla prestazione: ecco il 4-4-2, per giocarsela in contropiede, con Pjanic a sinistra e Ibarbo a destra. Il primo si impegna, ma stenta; l’altro si esalta e spopola. Doumbia chiede il cambio: dentro Iturbe accanto a Gervinho. Tandem che pedala a vuoto. La Roma fatica a chiudersi e il match rischia di prendere una brutta piega. Tocca a Yanga Mbiwa per Pjanic. Florenzi non è più terzino destro ma esterno di centrocampo a sinistra. Dove finisce Holebas quando entra per Ibarbo. Se il tecnico rossoblù chiude con il doppio centravanti, avanzando il centrale difensivo Izzo nel 4-2-4, il collega francese mette due terzini in più. Per prendersi i 3 punti. Ora Florenzi va a destra, ruba palla a Costa, in campo per Bertolacci, e all’ultimo secondo realizza il gol del 2 a 0. E tira, spinto dalla gente, la volata per il secondo posto.