rassegna stampa

Roma, questione di coro

Il bel gioco, i risultati e i sorrisi passano da Di Francesco che ha convinto i calciatori a remare dalla stessa parte

Redazione

L’esibizione della Roma al San Paolo ha preso il campionato in contropiede, scrive Ugo Trani su Il Messaggero. Il risultato ha avuto l’impatto che nessuno avrebbe mai messo in preventivo alla vigilia, anche pesando i 19 punti di vantaggio della capolista prima di scendere in campo. Il ribaltone in 7 giorni, dal flop contro il Milan alla resurrezione con il Napoli, è stato sorprendente.

Niente da dire al gruppo che ha convinto fisicamente, tatticamente e mentalmente. Di Francesco e i giocatori potranno in futuro spiegare come è nata la virata, ma di sicuro il collettivo ha fatto la differenza proprio contro il coro di Sarri che rimane il più intonato della serie A.

Non è certo la novità dell’ultimo weekend che la Roma in trasferta vada meglio che in casa. Semplicemente perché gli avversari lasciano più spazi. Al San Paolo, però, è stato evidente quanto il sistema di gioco possa incidere sulla compattezza della squadra. Il 4-1-4-1 che spesso si è trasformato nel 4-5-1 ha dato sicurezza e al tempo stesso coraggio agli interpreti. L’esame è stato autentico perché contro il Napoli, capace di palleggiare in velocità e con insistenza. Baricentro basso, linee vicinissime, verticalizzazioni improvvise e pressing solo nella propria metà campo: l’assetto ha tenuto e soprattutto prodotto. Perché solo i giallorossi hanno segnato 4 gol a Reina in 27 partite di campionato. Solo il City, in Champions. E nessuna italiana è arrivata a 3.

Alisson, sabato sera, ha incassato 2 reti e compiuto diverse parate, ma al momento ha preso più gol all’Olimpico (15) che in trasferta (7). E lo scarto di 8 fa riflettere (quelli segnati sono gli stessi, dentro e fuori: 22).