Roma-Bodo non è una partita come le altre, scrive Alessandro Angeloni su Il Messaggero. Siamo nel cuore della coppetta che "non appassiona" Mourinho, eppure l'impegno di stasera crea l'atmosfera. José è carico ma ha la faccia di quello che non vede l'ora. Stasera, lui e la sua squadra dovranno rendere conto a quei quarantamila appassionati che popoleranno l'Olimpico, che torni a essere un fortino dopo essere stato violato dal Milan, e magari anche a chi era presente nel gelo norvegese. Quella gara non ha compromesso nulla, ha solo creato un punto di vergogna, che ha portato all'esclusione di alcuni calciatori, presenti a Bodo (Reynolds, Diawara, Villar e Mayoral, più, inizialmente, Kumbulla e ora qualcuno può tornare), ha rotto equilibri familiari. Mou intanto sta aspettando gennaio per ricominciare con qualche rinforzo anche se continua a fidarsi «di tutti i giocatori: da Shomurodov a Mayoral». Anche di Smalling, volato a Londra, accompagnato dal dottor Manara, per un controllo. In campo intanto vanno gli stessi, ora con Felix Afena in più («ha caratteristiche non comuni in squadra», Mou dixit) ma oggi il ghanese non c'è, non è in lista. Non c'è nemmeno Pellegrini, infortunato, c'è Zaniolo, che all'andata era assente. Viña in bilico, pronto Calafiori. Da quella sera, qualcosa è cambiato. Da stasera, forse, qualcosa può cambiare di nuovo.
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Il Messaggero
Roma, questa volta con il Bodo vale per tre
Mourinho e la sua squadra dovranno rendere conto a quei quarantamila appassionati che popoleranno l'Olimpico, che torni a essere un fortino dopo essere stato violato dal Milan
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