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rassegna stampa

Roma-Pellegrini il chiarimento e poi il contratto

LaPresse

Dopo le parole di Petrachi ieri l'agente del giocatore è andato a Trigoria ed ha voluto ribadire la posizione del suo assistito

Redazione

Che non fossero piaciute le parole di Petrachi a Sky su Pellegrini, era lecito attenderselo, scrive Stefano Carina su Il Messaggero.

Perché nel momento in cui, parlando del futuro capitano della Roma, si addossa soltanto a quest'ultimo la responsabilità se restare o meno ("È molto legato alla Roma, c'è una clausola ma se non ha voglia di andare, non andrà"), è chiaro che può infastidire. E così ieri a Trigoria è stato avvistato l'agente del ragazzo che ha voluto ribadire la posizione del suo assistito. Rimarcare costantemente che Lorenzo sia romano e romanista, dimenticando che si parla di un professionista che a 23 anni ha già collezionato 119 presenze in serie A e 12 gettoni in Nazionale, inizia a diventare stucchevole.

Pellegrini non ne ha mai fatto una questione di soldi, altrimenti avrebbe già potuto salutare la scorsa estate accettando le lusinghe di una tra Psg, Tottenham, Juventus e Inter. Avendo un contratto (con scadenza nel 2022) che si autoalimenta da solo (grazie ai bonus che può raggiungere in una stagione che diventano poi la base dell'annata successiva) non ha fretta.

E se è soltanto nel prossimo futuro che assumerà i gradi, già nel presente sta costruendo la sua credibilità nel gruppo. È stato ad esempio lui la voce della Roma nei rapporti quotidiani con l'Aic. Ed è toccato sempre a Lorenzo, sia farsi promotore con i compagni del rispetto delle regole nella quarantena che dettare le linee-guida (insieme a Dzeko, Fazio e Kolarov) per l'intesa con la società riguardo agli stipendi. Proprio per questi motivi, veder scaricato su di sé la responsabilità di una permanenza, non se lo aspettava. Ora la palla passa al club.