rassegna stampa

Roma, un pari dolce e amaro

Dopo quasi 8 anni, i giallorossi rientrano all'Olimpico negli spogliatoi all'intervallo sotto di due reti: era il 30 gennaio 2005, quando riuscirono comunque a battere 3 a 2 il Messina.

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Come l'anno scorso, anzi peggio. La Roma pareggia ancora con il Sassuolo e non riduce il distacco dalla Juve. Il primo pari casalingo, dopo 7 successi, ha il sapore della sconfitta, anche se le due reti della rimonta per il 2 a 2 finale sono state segnate in inferiorità numerica. Il maggior responsabile dell'inaspettata sbandata è Garcia: partita preparata male, scegliendo gli interpreti sbagliati. Il match era da vincere a tutti i costi. E, invece, il francese deve ringraziare l'arbitro Irrati per il piccolo passo in classifica: non c'è il rigore del primo gol e da annullare il secondo per fuorigioco.

Il Sassuolo, almeno per Garcia, è come la Juve: sono le uniche due avversarie che non è riuscito a battere all'Olimpico. Stavolta il tecnico giallorosso, però, si è voluto complicare la vita da solo. Perché, pur conoscendoli bene, ha come snobbato i numeri dell’ex Di Francesco che, contando il risultato di ieri pomeriggio, è imbattuto da 9 partite, compresa 1 di Coppa Italia: con 4 vittorie e 4 pareggi, negli ultimi 8 turni del torneo ha conquistato 16 punti, solo uno in meno della Roma seconda che ne ha presi 17. Non era quindi il caso di risparmiare giocatori per lo scontro diretto di mercoledì con il City. E' vero che si può vincere anche senza Maicon, Nainggolan, Keita, Totti e Gervinho, ma vedere i 5 titolari in panchina nel giorno in cui puoi avvicinare la capolista sembra un’esagerazione. Garcia ha voluto dimostrare che il suo gruppo è forte anche con i calciatori di scorta. È andato sul sicuro, snobbando l'impegno. E ha lasciato due punti preziosi nella corsa scudetto.

Non si possono certo tirare le somme di come andrà a finire in campionato e in Champions, ma Strootman per la seconda volta in 10 giorni entra in campo e al tempo stesso finisce al centro del dibattito. E' l'interprete della discordia. Deve giocare per recuperare. Ma Garcia lo ha utilizzato proprio in due circostanze in cui non doveva dargli spazio. Nel finale della gara contro il Cska sul campo pesante dell'Arena Khimki lo scorso 25 novembre e ieri sotto il diluvio contro il Sassuolo. Perseverare è stato fatale. L'olandese non è ancora pronto. Nel primo tempo ha causato le ammonizioni di Pjanic e De Rossi, la seconda decisiva perché poi il capitano è stato espulso, ricevendo il secondo giallo, all'inizio della ripresa.

Zaza firma la sua doppietta, ma la prima rete è come se la segnasse De Sanctis: l'omaggio del portiere non si vede più nemmeno nelle partite dei dilettanti. Contrasto perso in un rinvio e rimpallo favorevole al centravanti azzurro. Zaza fa bis sulla dormita di Manolas. La Roma rischia troppo perché a centrocampo, oltre a Strootman, gira a vuoto Pjanic. Destro fa cilecca, Iturbe spara a salve. Florenzi e Holebas aiutano, invece, da dietro. E, dopo quasi 8 anni, i giallorossi rientrano all'Olimpico negli spogliatoi all'intervallo sotto di due reti: era il 30 gennaio 2005, quando riuscirono comunque a battere 3 a 2 il Messina.

Garcia è almeno lucido in corsa, con la Roma in inferiorità numerica per l'espulsione di De Rossi. Entrano Nainggolan e Gervinho per Strootman e Iturbe. Saranno tra i migliori della ripresa. De Sanctis evita il terzo gol. Tocca a Keita, fuori Pjanic. Gervinho rimedia un rigore che non c'è e Ljajic, bravo nella prima parte e trascinatore nella seconda, lo trasforma. Sempre l'ivoriano, a fine recupero, per Florenzi che, in fuorigioco, offre al serbo la palla della doppietta. E del pari. Che vale poco. E non piace al pubblico. Fischi comprensibili.